Senatore Renzi, buona fortuna per la sua ennesima avventura, una delle ultime che le restano

DI SALVATORE GRANATA

 

Egregio senatore Renzi,
con il massimo rispetto e la massima umiltà, da cittadino sciancato quale sono, Le volevo sommessamente far notare che la politica che Lei propone da quando si è palesato fin dagli esordi con il Partito Popolare Italiano, erede diretto della dc e poi confluito nella Margherita, passando poi con Prodi nelle liste civiche locali e provinciali e come sindaco di Firenze, fino ad approdare come capo rottamatore del PD, non è Politica, è circo.
Lei non fa politica. Non ha mai fatto politica.
Lei ha fatto e fa da anni “circo”, manicomio politico. E gioca anche a poker con i cittadini. Giocasse quantomeno solo con i suoi colleghi.
Lei ieri ha detto sul palco di Ponza che il “bipolarismo che io volevo rimettere in discussione, non si rimette in discussione”.
Basterebbe questa frase per farle comprendere che Lei è scarso perfino a poker. Perché ha ammesso un’ennesima incomprensione del variegato mondo politico italiano.
Non contento, ha continuato dicendo che “alle prossime elezioni o votate la destra o votate la sinistra, e siccome bisogna scegliere preferisco andare a fare l’ala moderata del centrosinistra che inseguire un ipotetico terzo polo che, purtroppo, per responsabilità varie, a cominciare da Calenda, non c’è più”.
Ecco. In questa frase c’è l’arroganza, mi perdoni la franchezza, di un uomo che impone ai cittadini cosa votare.
C’è anche l’arroganza di un uomo che si autocoalizza con i suoi più acerrimi nemici, anche se tecnicamente con loro ha governato prima dell’arrivo a Palazzo Chigi del suo mentore Draghi.
C’è l’arroganza di chi getta le responsabilità dei suoi disastri a chi le ha salvato le terga alle ultime elezioni, quelle del 2022, ovvero Calenda.
Neanche con il rosatellum, ideato su misura dal suo ex ragioniere Rosato per Lei, sarebbe entrato in Parlamento.
Proprio perché prima delle elezioni di cui sopra, non aveva il 3%. Aveva il 2, Brunetta%. Ma questo Lei lo ha dimenticato e lo dimentica spesso volontariamente, nella speranza che lo dimentichino in molti.
Mentre paradossalmente, Calenda sì. Calenda sarebbe entrato in Parlamento anche da solo, poiché era al 3,7%.
E lungi da me difendere Calenda. Uno, proveniente sempre dal PD come Lei, che ha accolto in Azione ex forzisti come Carfagna e Gelmini.
Le dico tutto ciò per farle notare che Lei gioca a poker e gioca male.
Lei mi dirà “eh, ma io sono al Senato, lei chi minch** è”.
Certo egregio senatore, Lei è al Senato, e io non sono nessuno, gliel’ho scritto pure in premessa.
Lei però oggi è al Senato perché ha fatto un patto con Berlusconi, perché ha defenestrato prima Bersani e poi Letta, ha messo, dopo la sua sconfitta al referendum costituzionale del 2016, la sua controfigura Gentiloni, per deviare l’attenzione sulla promessa non mantenuta con i cittadini, cioè quella di abbandonare definitivamente la politica. E con Lei, la sua amica Elena.
Senatore carissimo, Lei fa manicomio.
Lei ha detto che al centro c’erano praterie.
Lo ha detto qualche mese fa. E oggi cerca di ritornare nella giungla del centrosinistra, perché si è reso conto che al centro ci sono soltanto tubi da 2cm per qualche elettricista di passaggio.
Lei è in Senato, nonostante abbia in contemporanea svolto attività di consulenze all’estero, in particolare nel regime sanguinario di bin Salman ed era fino a qualche mese fa direttore di un giornale che, seppur con la stessa tiratura di Novella 2000, fungeva da megafono di partito e da diffusore dei suoi monologhi.
Tutto legittimo perché la legge lo permette.
Però Le dico questo, per farle capire che Lei è lì non perché è bravo a fare Politica, ma perché Lei è bravo a muoversi nel sistema corrotto e deviato della politica italiana.
Lei, sempre sul palco dell’isola laziale infatti, ha detto di essere “un professionista della politica” e di essere “uno che pensa che per far politica bisogna avere studiato, fatto gavetta, preso i voti in consiglio provinciale, preso i voti al comune, preso i voti in tante elezioni”.
Ma Lei questo può dirlo ai fessi, mi scusi.
Pure l’ultimo degli scappati di casa, tipo il sottoscritto, sa che quando un partito sceglie di fare una nomina, quando candida un capolista e lo impone, i voti non sono di preferenza, ma di partito.
Lei ha preso voti, oltretutto, con la storiella di voler rottamare i vecchi, mentre era già più vecchio di quelli che millantava di voler spodestare.
Lei ha detto, sempre a Ponza, di avere “coraggio di dire quello che penso, e lo faccio con una tale libertà che è del tutto legittimo che le persone possano non avere la stessa opinione che ho io”.
Ma certo senatore illustrissimo.
Con Lavia, Meli e Fusani a farle da difensori d’ufficio sin dai tempi in cui dominava il PD, con l’immunità parlamentare, con Tony Blair che le ha tenuto un posto nella sua organizzazione, con le molteplici attività che svolge, ripeto, in contemporanea con il suo mandato da parlamentare, con 3,2 milioni di euro di reddito annuale, secondo solo ad Angelucci, padrone dei giornali di destra, certo che ha coraggio.
Ma Le svelo un segreto. Con tutti quei mezzi e tutte quelle conoscenze, chiunque avrebbe coraggio da vendere.
Non ha idea quanti leoni ci sarebbero in giro.
Quando si tratta di querelare i più deboli o chi non la pensa come Lei, lì si che ha coraggio.
Guardi, e chiudo, essere professionisti della politica, in questo Paese e in questa politica attuale, ma anche in quella precedente, le assicuro che non è un vanto. È semplicemente la prova provata, che Lei è uno scarsissimo giocatore di poker.
E un uomo di sistema come tanti.
Nella vera Politica, con i cittadini non solo non si gioca a poker, distruggendo il loro futuro riformando in peggio il mondo del Lavoro (Job’s Act), precludendo ai meno abbienti il diritto alle cure mediche tagliando i fondi alla Sanità Pubblica (le ricordo che Lei detiene il record di 16,6 miliardi di euro, dati Gimbe) e imponendo nel Servizio Pubblico (grazie a una sua legge) nomine politiche dirigenziali per influenzare il mondo dell’informazione pubblica…, ma non si gioca affatto.
I cittadini vanno solo serviti al meglio e con onestà.
Ma questo Lei, talmente pieno di sé e convinto di essere il numero uno per strategia, non per etica collettiva e spirito di servizio civico, non lo capirà mai.
Saluti. E mi stia bene.
Ah, e buona fortuna per l’ennesima avventura. Una delle ultime che le restano.
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Salvatore Granata