Due in uno

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Il discorso che Netanyahu ha fatto al Congresso americano e le ovazioni che gli hanno tributato lì dentro basterebbero da soli a qualificare il nostro pianeta come una immane cloaca in attesa di qualcuno che tiri la catena e ci spazzi via tutti.
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E invece, fra servi adoranti e lingue sguainate in cerca di culi da leccare non succede niente.
Un popolo viene sterminato, i bambini fatti a pezzi, e caz*o non è un modo di dire, ma tutti tacciono, non una parola di denuncia forte, appassionata, come dovrebbe essere per chi si definisce essere umano.
Come dovrebbe essere per un capo di stato o un presidente del consiglio, per esempio.
Qualche parola in croce, sempre le stesse.
Tutte a salve, e tutte inutili.
Io vado perfino oltre il mio pessimismo congenito, e credo che questo menefreghismo complice, della politica ma anche nostro, c’entri solo in parte col debito di riconoscenza che abbiamo nei confronti degli Usa e che non si estinguerà mai, qualsiasi porcata facciano, e ne fanno parecchie.
Credo che a noi in fondo della gente che muore non ce ne freghi un cacchio di niente.
La politica si adegua, è la nostra proiezione.
E poi adesso ci sono le Olimpiadi, perfette per parlare d’altro.
Per quel criminale sarebbe il momento buono per attaccare e cancellare quel popolo in maniera totale e definitiva. Basterà il tintinnio di una medaglia che il rumore delle bombe e dei missili che portano morte ci sembrerà un leggero brusio.
Non fraintendetemi, io ieri ero in bici con Ganna e cercavo anch’io di non scivolare su quel maledetto asfalto bagnato, e mi sono esaltato per la sua impresa da gigante vero.
Ma il resto rimane, il dolore per quelle vite evaporate fra le macerie rimane.
Ancora una cosa perché non ho voglia di dedicargli un intero post.
Che la foto di quell’abbraccio in quella partita del ca*zo fosse una tragica premonizione l’avevo previsto perfino io. Il tentativo di Renzi di riciclarsi dopo avere sputtanato tutto e tutti in nome del proprio smisurato ego e di un’ambizione tanto immotivata quanto fuori scala, richiederebbe giudizi che non posso esprimere per decenza, ma che potete immaginare bene.
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Ora, di Schlein non mi fido granché, se avesse voluto dare segnali di cambiamento l’avrebbe fatto, e un suo riavvicinamento a quell’essere non mi stupirebbe affatto. E’ anche vero che le cose che potrebbero stupirmi sono poche e di certo non accadranno in questa vita.
Però chiedo una cosa a Conte.
L’ho fatto altre volte, di rivolgermi a lui, e tutte senza esito, come è logico che sia: lui è lui e io non sono un cacchio.
Ma sono determinato, e insisto.
Quello che gli chiedo è di non farsi fregare, di porre una condizione essenziale per collaborare col PD: o il Movimento o Renzi. Senza se, senza ma e senza forse. E’ facile da dire e da capire.
Per quanto possa essere largo quel campo, per entrambi non può esserci posto, e di mediazioni e compromessi ci saremmo anche rotti le palle.
Battere la destra è vitale, lo so bene, e ho sempre sostenuto che per essere uno più di loro bisogna unirsi attorno a un programma chiaro e condiviso.
Però vincere non è tutto, e c’è un limite invalicabile: si chiama dignità.
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Orso Grigio