L’ultima cena

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Nella cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici ci sono stati indubbiamente momenti di grande intensità emotiva che ci hanno regalato emozioni e suggestioni.
In particolare l’esibizione di una splendida Celine Dion che ci ha fatto letteralmente accapponare la pelle e quel “cavallo” lanciato sulle acque della Senna in un galoppo disperato ma vittorioso.
Tutto il resto é stato ……francese.
Grandeur ormai estinta ma tenuta in piedi dai monumenti e dai palazzi di una delle città più belle del mondo.
Terrificanti i balletti con coreografie nevrotiche dettate più dall’isterismo che dall’arte della danza.
Patetica l’esibizione della “banda militare” che offre uno spettacolino deprimente sulle note di una canzoncina pop.
Ridotta a soubrettina del Moulin Rouge una Lady Gaga che avrebbe meritato molto di più di quel balletto d’avanspettacolo a cui é stata costretta.
E non se ne può più nemmeno del “can can” del Lido, resuscitato per celebrare un’epoca estinta e di cui non sentiamo nessuna nostalgia.
Ma veniamo alla presunta Ultima Cena di Parigi
Cattivo gusto ?
Si certo, anzi pessimo gusto.
Ma non per il “simbolismo sacro del cristianesimo” ma solo per la performance di ballerinucoli e comprimari che ne hanno fatto un quadro desolante.
Era il Banchetto di Dionisio ma la Chiesa lo ha interpretato a modo suo.
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La Chiesa si é scagliata contro la “blasfemia” di un dipinto sacro realizzato da un genio che NON ha dipinto nessuna sacralità.
Nel tardo medioevo non c’erano veri atei.
L’idea che non ci sia alcun Dio non si trova in quest’epoca.
Tuttavia non bisogna confondere la fede con l’atteggiamento nei confronti della Chiesa.
Leonardo aveva un atteggiamento critico e distaccato nei confronti della Chiesa, che ai suoi tempi rappresentava una potenza militare e politica e conduceva guerre.
Leonardo era fondamentalmente scettico, in fondo al cuore considerava l’uomo come una bestia.
Alcuni sostengono che la religiosità di Leonardo trapeli dai suoi dipinti
No, molti altri affermano (a ragione) che le sue opere erano soltanto lavori su commissione…
Anche un artista ha bisogno di guadagnare.
Le botteghe di allora producevano di tutto, dai candelieri ai ritratti.
Oggi sono conservate soprattutto le opere che erano appese nelle chiese o nei palazzi della nobiltà.
Su commissione gli artisti del tempo dipingevano motivi standard come Maria con il bambino Gesù, la crocifissione, la natività o i tre re magi.
I pittori dell’epoca rinarravano questi motivi con modalità senza precedenti. In questo si palesava il genio di un artista, nel tocco magico del suo pennello.
Nella sua rappresentazione dell’Ultima Cena, Leonardo non racconta la storia dell’eucaristia, ma qualcosa di mostruoso:
IL TRADIMENTO.
Leonardo racconta come il tradimento faccia parte dell’esistenza umana e come questo faccia di Gesù il Cristo.
Gesù aveva appena spiegato ai suoi discepoli che uno di essi lo avrebbe tradito.
Spaventati, i discepoli si tirano indietro, Gesù resta solo e isolato.
Pietro prega il discepolo amato, Giovanni, di chiedere a Gesù chi sia il traditore. La sua mano ha afferrato il coltello. Pietro potrebbe accoltellare Giuda, che siede accanto a lui.
Nel suo dipinto Leonardo racconta come i discepoli affrontino il tradimento in dodici modi diversi e così facendo rivela qualcosa d’importante dell’esistenza umana.
Il Giuda di Leonardo non siede da solo all’altro lato del tavolo, talvolta con un diavoletto sulla spalla, come mostra la tradizione. Il suo Giuda siede in mezzo ai discepoli, vicinissimo a Gesù, perché il tradimento non giunge mai da fuori ma anzi, molto spesso nasce e si compie tra le mura amiche.
Quindi, se quel dipinto mostra IL TRADIMENTO, non c’é nulla di “sacro” nel suo messaggio, ma forse qualcosa su cui tutti dovremmo imparare a riflettere.
La Chiesa per prima.
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Claudio Khaled Ser