Siamo irrecuperabili…

DI SALVATORE GRANATA

 

Io ormai, da siciliano, emigrato da anni come tanti miei coetanei per lo schifo che ci ha sempre governato, per i collusi che vendono la loro dignità per un tozzo di pane e per chi è stato complice nell’ultimo decennio dello schifo di cui sopra, in primis il mitico Cancelleri e la sua banda, non mi stupisco più di niente.
Tra l’altro, Cancelleri l’ho conosciuto quasi subito quando ancora frequentavo l’università, per un progetto con altri ragazzi sui Beni Culturali e mi fece la stessa impressione di un forzista d’annata. Chi ha permesso che costui facesse per 10 anni e passa il bello e il cattivo tempo all’interno del M5S, tra l’altro quello intransigente delle origini, ancora è iscritto e vota, altri sono ai posti di comando nel coordinamento regionale e più in là faranno l’ennesimo salto della quaglia.
Pensate che tra i primissimi seguaci di Cancelleri c’è gente che tutt’ora risiede in Parlamento e che all’ultima elezione piangeva al discorso di addio del buon Giancarlo. Poco prima che il magazziniere “rinisciutu” approdasse nel partito di Schifani, l’amico di Dell’Utri.
Poi c’è Rita Dalla Chiesa. Il cognome che porta è indirettamente proporzionale alla sua carriera televisiva legata al berlusca e addirittura politica, culminata con l’approdo alla Camera proprio con il partito di colui che ha rappresentato l’opposto dei valori, della moralità e dell’onestà del padre Carlo Alberto.
Ma quella che mi fa ridere più di ogni altra politica, è la figlia di Rocco Chinnici, uno dei padri putativi di Falcone e Borsellino. L’inventore del primo pool antimafia per intenderci.
Prima delle ultime elezioni europee, nell’aprile del 2024, la ex pidina ed ex assessore della giunta Raffaele Lombardo (non so se mi spiego), ha annunciato con orgoglio la sua candidatura come capolista del partito dell’ei fu berlusca nella circoscrizione insulare.
Alla tornata elettorale, la mitica Caterina ha raccolto oltre 93mila preferenze, giungendo terza tra i candidati forzisti e risultando la prima dei non eletti. Era rimasta fuori.
Poi, il 26 giugno 2024, il miracolo: magicamente, Tajani, in una conferenza stampa insieme al governatore siciliano Renato Schifani, comunicava la rinuncia del secondo eletto, l’assessore siciliano Tamajo, e l’assegnazione del seggio a Caterina Chinnici.
Tutte queste informazioni perché?
Semplice. Ho preso tre esempi diversi, da un povero di spirito e di dignità a figlie di eroi di mafia che sono finite volontariamente e scientemente nel partito di Berlusconi, per farvi capire i motivi per cui non ci sarà mai speranza per le persone perbene.
Soprattutto per i Siciliani perbene, che infatti emigrano.
La cosa più ridicola, è vedere in questi giorni la Chinnici depositare le corone di fiori davanti al condominio di via Pipitone Federico dove, 41 anni fa, persero la vita suo padre, due carabinieri e il portiere dello stabile.
E con lei, il sindaco di Palermo Lagalla.
Sapete chi sono gli “amici politici” di Lagalla? Totò Cuffaro e Dell’Utri. Sempre loro, gli amici di tutti.
Chi non conosce la Storia della politica siciliana, recente e passata. Chi non conosce la storia del Movimento siciliano e la sua ipocrisia, non potrà mai comprendere la mia rabbia e quella di tante persone oneste che hanno cercato sempre di lottare contro questo sistema.
Non potrà mai comprendere la sfiducia delle persone perbene, non dei menefreghisti, nelle istituzioni.
Sono rimasti Scarpinato e Di Matteo come eredi siciliani di Falcone e Borsellino (o in Calabria Gratteri).
Ma non bastano. E non basteranno mai due uomini valorosi, nemmeno se accompagnati da tanti giovani coraggiosi, se perfino i figli e le figlie degli uomini valorosi si vendono al peggiore offerente.
Per alcune scelte di vita non ci sono giustificazioni che reggano. Questi casi citati nel testo ne sono grande testimonianza.
Siamo irrecuperabili.
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Salvatore Granata