E con la Caporale a Rai-Sport siamo a tre…

DI SALVATORE GRANATA

 

E siamo a tre.
Lo dico da qualche giorno, ma addirittura c’è chi mi rimprovera facendomi notare che la Caporale sia differente dalla Di Francisca che è solo un’opinionista improvvisata.
Mah.
Intanto, dopo la Pilato e la Quadarella, ieri la giornalista di Rai-Sport ha avuto un’altra uscita infelice.
A farne le spese, questa volta, è stata la nuotatrice Francesca Fangio, che, posizionatasi al settimo posto, ha mancato la finale dei 200 rana femminili.
La caporale ha esordito così:
“Non è troppo la tua serata oggi”.
Quindi Francesca con dignità:
“No, non direi tanto così. […] Sono andata un po’ alla rincorsa della qualificazione, quindi non è mai semplice quando è così. Sicuramente posso nuotare molto meglio, il tempo non mi soddisfa“.
E poi giustamente è crollata, ma ha mantenuto rispetto e usato parole che si addicono solamente ai grandi sportivi:
“Non mi aspettavo di riuscire a fare un’altra Olimpiade. Per i giornalisti magari è brutto sentirsi dire ‘È bello anche solo poter partecipare’, ma per me è lo stato”.
Fracassata intellettualmente, la cronista ha provato a correggere il tiro:
“Ma lo credo, anche per noi che stiamo qui a raccontarvi è bello partecipare a questa festa. Tienitele bene strette queste emozioni”.
Esatto.
Francesca deve tenersele ben strette queste emozioni.
È la Caporale che dovrebbe trattenere con maggior vigore i suoi commenti alla viva il parroco.
Se una giornalista è brava a raccontare, non importa se quello che racconta è vincente o perdente.
Ma questo, la Caporale e 3/4 del giornalismo italiano, non lo capiranno mai.
La Storia non la scrive solo chi vince.
Basta aver aperto un libro di Storia o aver frequentato seriamente un’università pubblica (e non una ridicola equipollente di ‘sta cippa on line).
E perché no? Aver fatto Sport, va bene anche amatoriale.
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Salvatore Granata