“Se senti dolore, sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Vedete quest’uomo? L’uomo che vedete in questa foto non è un povero, né un mendicante o un senzatetto. Quest’uomo è Lev Tolstoj: uno dei giganti della letteratura russa, tutti conoscono il suo nome, pochi sanno la storia straordinaria dietro questa fotografia.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e cappotto
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Quando aveva cinquant’anni Tolstoj cadde in depressione. Di giorno in giorno la sua tristezza aumentava, senza motivo. Tolstoj era un conte, era uno degli uomini più ricchi del suo paese, era famoso in tutto il mondo. Eppure era infelice. «Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. Anche la salute non aveva un gran peso; c’erano malati pieni di voglia di vivere e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza.»
Un giorno vide un orfano lungo il vicolo Afanas’evskij, e mosso a compassione, lo portò a casa con sé . E per la prima volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo bene. Si dimenticò di se stesso, dei suoi problemi, della sua tristezza. Da quel momento Tolstoj rinunciò agli abiti da signore, al lusso, ai suoi privilegi, incominciò a condurre una vita semplice, regalando ciò che possedeva a chi ne aveva bisogno.
«Non parlatemi di religione, di carità, di amore,» era solito dire, «ma fatemi vedere la religione nelle vostre azioni.»
Tolstoj fu anche il primo teorico della non-violenza, predicò la fratellanza tra i popoli e le sue idee ispirarono un’altra grande figura del ventesimo secolo, Mahatma Gandhi. Fino al giorno della sua morte continuò ad aiutare gli altri, ecco perché molti dissero che era pazzo. In un mondo dove conta soltanto l’avere, il possedere le cose e perfino le persone, dove tutti vogliono prendere ma nessuno sa dare, Tolstoj sembrava pazzo.
Un giorno un suo vecchio amico, che al contrario di Tolstoj viveva negli agi e nel lusso, gli disse: «a che scopo fai tutto questo? Che ti importa degli altri? Dovresti pensare a te stesso». Al che Tolstoj gli rispose: «se senti dolore, sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano.»
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Giancarlo Selmi