Renzi, mister 2%

Il 2% del 60% di chi si reca alle urne (se parliamo di nazionali).

E il suo elettorato vota sempre, poiché pieno di interessi. Come quello di Forza Italia.

Per intenderci, Di Maio nel 2022 ebbe lo 0,6% e oggi è ambasciatore del gas e dei chinotti nel Golfo Persico, dopo aver baciato la pantofola di Draghi, proprio come fece Renzi.

E nonostante questa povertà di seguito, ancora tutti i giornali insistono nell’intervistare il capo di Italia Viva, chiedendogli pareri e soluzioni circa le tematiche più importanti della nostra società, come se il suo punto di vista valesse qualcosa.

Due disastri su tutti quando ha governato: demolizione del Lavoro, precarizzato e sottopagato e definanziamento record alla Sanità Pubblica (16,6 miliardi di euro, il doppio di quanto tagliato da letta).

Costui viene chiamato anche in tantissimi talk show come se fosse un grandissimo leader. Cioè Salvini lo triplica e Calenda quasi lo doppia in termini di voti.

È consigliere strategico del Tony Blair institute, conferenziere all’estero e ha diretto fino a poco tempo fa perfino un giornale, il tutto in contemporanea con l’incarico politico.

È secondo solo ad Angelucci e Berlusconi come dichiarazione dei redditi per il 2023.

È amico intimo di Verdini, braccio destro decennale del berlusca.

Qui, dobbiamo capire una cosa e andare oltre i politici e la politica.

E cioè che il nostro è un Paese malato, attualmente irrecuperabile, corrotto, falso, bigotto e ingiusto.

Si organizzi un grosso movimento popolare guidato da persone perbene e credibili che raccolga la stragrande maggioranza degli astensionisti per provare a spazzare via questo sistema.

Sistema, tra l’altro, potenziato da Renzi stesso quando era a capo del PD e dai suoi sodali, in primis con la legge elettorale più incostituzionale di tutti i tempi.

Cambio delle regole del gioco.

Cambio di mentalità.

E sbrighiamoci, perché siamo già nel pantano.