L’ex Twitter versione X-Musk-Trump, social dell’estrema destra

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Il colloquio di ieri notte fra Elon Musk e Donald Trump su ‘X’, è stato un flop. Voleva essere la consacrazione di X come principale ‘Social’ politico. La diretta è partita con quasi un’ora di ritardo a causa di problemi tecnici che Musk ha attribuito a «un massiccio attacco di hacker contro i nostri server». Per ‘silenziare la voce del suo ospite’. Assieme alla sua.
«Come chiamarli? Il Gatto e la Volpe? Bibì e Bibò? Il patto degli oligarchi?», si chiede Avvenire. O come dice Vincenzo Vita sul manifesto, «Dimenticare Musk, che fa peggio di Porta a Porta»

AMERICAN PSYCHO

«L’intervista è un flop, tra guasto tecnico, ascolti contenuti e autocongratulazione». Luca Celada sul Manifesto non fa sconti. Un milione circa di ascoltatori, secondo le statistiche di X, e non si è stato un evento epocale (il dibattito fra Trump e Biden sulla Cnn ha avuto un pubblico di cinquanta volte superiore). Il dato incontrovertibilmente, è stata invece la trasformazione ormai compiuta dell’ex-Twitter in piattaforma social di estrema destra e megafono della campagna Trump, di cui Musk è diventato sostenitore ufficiale (e lauto finanziatore). Dopo aver dato spazi sempre maggiori a canali della destra xenofoba e agitatori di odio, Musk ha rotto ogni indugio e fatto di una delle principali piattaforme social, un organo del ‘partito Maga’ di Trump.

Il Gatto e la Volpe della politica Usa

Altrettanto severo Giorgio Ferrari su Avvenire. «Come chiamarli? Il Gatto e la Volpe? Bibì e Bibò? Il patto degli oligarchi? Qualcosa di bizzarro – di ‘weird’, strani, come dice Tim Walz candidato vice avversario – ma anche di inquietante nell’incrocio fatale fra l’uomo più ricco del mondo e l’uomo che potrebbe tornare ad essere (o per lo meno a credersi) il più potente del mondo». Elon Musk e Donald Trump. «Ricchi ed egoisti», come ammonisce Kamala Harris, e questo è sicuro, vista la precipitosa fuga di Musk dalla Silicon Valley californiana per approdare nel fiscalmente più accomodante Texas, ma c’è di più. «L’endorsement di Elon a ‘The Donald’ cela a fatica (anzi: non cela affatto) il disegno dell’oligarca di Space X, di Tesla e soprattutto di X, l’ex Twitter: una casamatta, il fortilizio, la Camelot dei sovranisti, la Disneyland delle fake news incontrollate, contrabbandate come omaggio alla sacralità della ‘freedom of speech’».

Piaggeria e autostima

Un ‘colloquio’, ha tenuto a precisare Musk, non «un’intervista piena di domande ostili, di quelle che fanno perdere il filo», per esporre il Trump pensiero. Due ore di autocongratulazione reciproca fra due uomini ricchi e potenti, oberati da una gigantesca autostima. «Quel pugno chiuso di sfida ha incarnato l’America indomita anche sotto il fuoco nemico», ha esordito Musk riferendosi all’attentato del mese scorso. Trump lo considera un miracolo «di cui sono onorato», ad accettare l’implicito sostegno anche dell’onnipotente.

Tutti i matti e i criminali a casa loro

Mix del repertorio trumpista a partire dall’«invasione al confine meridionale». Le immagini dello straricco scorso al muro di confine in Texas a fare selfie davanti ai migranti rinchiusi in recinti dal governatore Abbott. «Posso dire che quella gente aveva la faccia poco raccomandabile». «Lo credo bene», ha convenuto Trump, «stanno svuotando le galere e i manicomi di tutto il mondo e ce li mandano a noi!». Secondo Trump il tasso di criminalità del Venezuela è sceso del 70% in seguito all’esportazione di criminali autoctoni in Usa, ma, ha assicurato, la sua prossima amministrazione rimedierà con le «più grandi deportazioni della storia di criminali e non produttivi».

“Buoni propositi e molta modestia. Donald Trump: «Siamo già travolti dai migranti. Con me però ci sarà la maggiore deportazione della storia e il nostro confine sarà di nuovo sicuro». Elon Musk: «Per abbattere l’inflazione occorre tagliare a fondo la spesa pubblica. Che ne dici di una commissione sull’efficienza governativa? Io sarei disposto a presiederla»”

Siparietto tra miliardari

Elogio dell’austerity, e dell’incredibile Xavier Milei, titolare, secondo Trump, di una riforma economica,  ‘franchising Maga nell’emisfero australe’ («gli abbiamo perfino venduto i cappellini!»). «Per abbattere l’inflazione occorre tagliare a fondo la spesa pubblica», sentenzia il titolare di Space X, che incassa miliardi in contratti spaziali pubblici. Trump, che nel primo mandato -rimarca Celada-, ha aggiunto mille miliardi al deficit con regali fiscali alle aziende, ma il ‘risanamento del bilancio’ partirà dall’abolizione del ministero dell’istruzione pubblica. «Che se ne occupino i singoli Stati». «Certo non tutti avranno successo, ma secondo me, forse 35 su 50 ce la faranno». Secondo i due, eredi di laute fortune paterne, l’istruzione, come l’immigrazione, non può che trarre profitto dalla meritocrazia.

Geopolitica e conflitti in corso

«Se ci fossi stato io non avrebbero mai osato». Sull’Ucraina è tornato brevemente sulla «stupidità di Biden e le sue aperture a un’entrata nella Nato». Con Musk che ‘incalza’: «I tiranni malvagi del mondo devono aver paura del presidente Usa», ha suggerito Musk. Dialogo tra Crik e Crok: «Li conosco tutti bene, Putin, Xi, Kim… quando Putin minacciava l’Ucraina gli ho detto ‘Vlad, non ci pensare nemmeno’. Gli ho detto quello che avrei fatto e lui mi fa: ‘non ci credo’. Provaci e vedrai». «E a Kim lo hai chiamato rocket man…». «Si, poi gli ho detto che il mio bottone rosso era più grande del suo!». E giù una risata che da sola rassicura il mondo.

Dimenticare Musk, che fa peggio di Porta a Porta

“La rubrica settimanale sui media a cura di Vincenzo Vita sul Manifesto. Chi è davvero Elon Musk? «La parabola di un imprenditore sui generis, accolto pochi mese fa come un eroe alla festa di Fratelli d’Italia (Atreju), oggi fervente seguace di Donald Trump, fa pensare che siamo solo agli inizi dell’avventura». «Oggi è alleato di Trump e gli viene in soccorso dopo il calo nei sondaggi con una conversazione al di sotto di quelle a Giorgia Meloni trasmesse dal Tg1 o da Rainews o da Porta a Porta.”

 

Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

14 Agosto 2024