DI CLAUDIO KHALED SER
La decisione dell’ IRAN di non sferrare (per il momento) un attacco contro lo stato ebraico, in attesa dei risultati dei colloqui di tregua, é un atto politico che mette Israele con le spalle al muro.
E altrettanto politico é il consenso di HAMAS al piano americano che prevede un immediato cessate il fuoco.
Ora tutta la responsabilità di una guerra globale in medio-oriente é sulle spalle dello stato fantoccio israeliano.
Se NON accetterà la tregua e continuerà il massacro si addosserà la responsabilità di una escalation dal futuro certamente drammatico.
Gli israeliani si trovano con le spalle al muro.
Continuare il massacro, come vorrebbe il “boia nazista” o accettare la fine del genocidio?
Le prossime ore ci diranno tutto.
Ma nessuno si faccia prendere la mano da facili entusiasmi.
Se tregua sarà, non significa fine della guerra di Liberazione, ma solo un momento di pausa.
La guerra contro l’usurpatore criminale, continuerà fino a quando l’immondo disegnino dell’ONU verrà cancellato dalla PALESTINA.
Si deve ritornare a quella notte del 49′.
La comunità ebraica può vivere nei confini che le furono assegnati, non come “stato” ma come Regione autonoma sotto il controllo del Governo Palestinese.
Nessun esercito, nessuna “libertà” se non quella garantita a tutte le Regioni autonome nel mondo.
In pratica, una sorta di “Sud Tirol” in terra Palestinese.
Solo allora si potrà parlare di pace e di convivenza.
NON un attimo prima.
Domani, 15 Agosto, sapremo dove Israele vuole arrivare.
Appena fuori Doha, delegazioni di HAMAS e dell’ IRAN attendono risposte.
Anche gli HEZBOLLAH guardano a questo incontro con occhi interessati.
Gli israeliani sono con le spalle al muro e, togliersi da quella posizione non sarà per niente facile.
Ma non hanno molte alternative.
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Claudio Khaled Ser