Uguaglianze

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Qualche sera fa la7 ha organizzato un teatrino per permettere a Renzi di farsi lo spottone elettorale dove si proponeva come componente del “campo largo” e già che era lì pure come redentore di tutti i peccati del mondo: lui può.
C’erano i due conduttori d’ordinanza e c’era pure l’addetta al contraddittorio. In realtà pare che dopo il programma fosse previsto uno scopone e lei fosse lì solo come quarto giocatore visto che altre funzioni legate alla sua presenza non si sono avvertite.
Il solito copione, insomma.
Quello di un sostegno mediatico senza precedenti, soprattutto da parte di certi gruppi editoriali, che ha permesso a Renzi di diventare quello che è stato e che continua a proporcelo nonostante il totale fallimento della di lui figura e soprattutto nonostante fra la gente non se lo fili più nemmeno il Patata in forte stato di ebbrezza alcolica.
Lo dicono i numeri che non ha più alcuna credibilità, non io.
Io ho sempre detto di peggio.
Ora però, mentre assistevo all’orare delle sue litanie, sempre le stesse, mi sono reso conto di quanto lui e Grillo siano uguali.
Ci sono le prove, signor giudice, e vorrei sottoporle all’attenzione della sua pregiatissima figura e della giuria tutta.
Prima di iniziare questa requisitoria vorrei però precisare che le mie opinioni sono riferite alla funzione pubblica che questi due soggetti svolgono, visto che le scelte che fanno e le decisioni che prendono influiscono pesantemente anche sulla mia vita, e non sono certo relativi alle loro persone umane in quanto tali, con le quali mi vanto tuttavia di non avere né volere, né adesso né mai, alcun rapporto di frequentazione.
Quindi cominciamo con le analogie.
Per comodità li chiamerò “primo” (Renzi) e “secondo” (Grillo), secondo l’ordine di apparizione nel post.
Entrambi uomini di spettacolo, comici che però non fanno più ridere nessuno.
Le loro gag più famose restano una specie di grammelot raffinatissimo, fra l’inglese e lo sputacchio, per il primo, e i reiterati vaffa.. per il secondo, comunque quasi sempre ben motivati.
Entrambi con un atteggiamento e una postura da bulletti di quartiere, soprattutto il primo, esseri superiori che mal si adattano alla contaminazione coi plebei. La loro presuntuosa spocchia appare chiara anche dal loro rapportarsi con i giornalisti seri che fanno domande vere.
Entrambi narcisisti oltre misura e dotati di una presunzione fuori scala, disposti a tutto pur di soddisfare la propria ambizione e il proprio smisurato ego.
Entrambi pronti a distruggere quello che non possono più avere.
Il primo, dopo aver riportato il pd a quote decenti contando sull’appoggio di cui sopra e sull’ottusità di buona parte dell’elettorato, e quindi averlo mandato a schiantarsi trasfigurandolo in una nuova democrazia cristiana ma molto più a destra e senza la qualità di quella vera, adesso sta cercando di rimettergli le mani addosso per finirlo definitivamente e nutrirsi dei suoi resti in nome della propria sopravvivenza.
Sa di poter contare, oltre all’armata mediatica di cui dispone, su molti infiltrati messi dentro il partito quando poteva e sull’incapacità della gaudente Schlein di fare scelte coraggiose.
Per il secondo è uguale. Dopo aver costretto i 5S a scelte politiche che l’hanno devastato come quella di entrare nel governo Draghi, e mal tollerando che adesso quello che ne rimane possa vivere di vita propria avendo del Movimento una visione del tutto egoriferita, incapace di farsi da parte come si fa con i figli quando crescono e lasciare che Conte giochi la sua partita, vuole chiaramente riprendersi il pallone.
Evidentemente non gli basta godere dei trecentomila euro che il Movimento gli versa ogni anno.
A proposito di questo, della “vil pecunia” intendo, entrambi non sembrano disdegnarla e con il loro operato si sono sistemati piuttosto benino. Perché la gloria va bene, ma i soldi vanno meglio.
Vale soprattutto per il primo, conferenziere di successo nelle terre della nuova frontiera.
Pensate che tempi di me*da che viviamo: lo chiamano, e lo pagano a peso d’oro, per farsi spiegare il mondo.
Vede signor giudice, qualcuno ha detto che “la politica è sangue e me*da”, ma io vedo solo me*da.
E, uguaglianze o meno fra questi due soggetti, ormai la vedo dappertutto.
Ho finito, la parola alla giuria.
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Orso Grigio
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