Ius Fiscalis

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Acquisire la cittadinanza dei propri genitori è una cosa talmente logica e normale che non dovrebbe neppure aver bisogno di norme, diventa però un’aberrazione giuridica se lo “ius sanguinis” viene esteso alla nazionalità di nonni, bisnonni e così via senza limite al numero di generazioni precedenti.
Dando il passaporto italiano (e il relativo diritto di voto) a centinaia di migliaia di persone che in Italia non hanno mai messo piede, che non parlano la lingua, che pagano le tasse in altri paesi e a cui delle faccende italiane importa quanto a me dei capelli di Malgioglio, Berlusconi pensava di creare un serbatoio di voti destrorsi che avrebbero accompagnato il suo potere fino alla tomba.
Non fu così, ma questa è un’altra storia.
Io penso che prima di tutto occorra riportare alla normalità questa buffonata e contemporaneamente trovare un giusto equilibrio tra gli altri metodi in uso negli altri paesi.
Vanno benissimo lo ius soli e lo ius scholae con qualche inevitabile limitazione ma forse sarebbe il caso di estendere i ragionamenti sulle limitazioni anche agli adulti, a quegli adulti carichi di soldi, di società fittizie e di passaporti che giocano a guardie e ladri col fisco diventando oggi cittadini di Montecarlo, domani della Cayman e dopodomani di Panama in base alle convenienze.
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Mario Piazza