Intanto in Libia…

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Veramente bizzarra la situazione militare in LIBIA.
E’ l’unico Paese al mondo dove l’Esercito non è libero di muoversi all’interno dei propri confini, altrimenti l’Occidente si preoccupa e interviene.
Ma nello stesso tempo un altro Esercito, sempre libico, può girare indisturbato, mitragliando ed occupando territori.
Gli Haftar, padre e figlio, hanno conquistato facilmente GHADAMES ed ora puntano il mirino su Tripoli, ma l’ONU raccomanda al Governo tripolino, l’unico riconosciuto dall’Occidente, a non muoversi e a restare in caserma per non far esplodere un conflitto che é comunque già esploso.
Le tanto strombazzate Elezioni generali NON si terranno, ovviamente per volontà delle Nazioni Unite.
Gli osservatori hanno constatato che Aguila Saleh, presidente del parlamento di Bengasi e di fatto la carica istituzionale più alta in Libia., vincerebbe, in Cirenaica, con una ancora più schiacciante maggioranza che é contraria alle milizie, alle politiche della NATO e all’occupazione militare della Tripolitania da parte delle forze occidentali.
Quindi per evitare problemi, niente elezioni.
Ma come la mettiamo con Haftar?
Semplice, viene tollerato (come sempre) fino a quando non metterà in serio pericolo il Governo di Tripoli.
In quel momento la “coalizione internazionale” interverrà per ripristinare l’ordine.
Ma in questo momento non si vuole esasperare la tensione.
Sullo sfondo c’é il silenzio di Saif al-Islam Gheddafi, l’Uomo temuto da tutti per il forte ascendente che ha presso il Popolo libico.
Se ci fossero le Elezioni la Libia avrebbe certamente un nuovo Gheddafi al potere e questo i Paesi Belli che si fanno sempre i cacchi degli altri, non lo permettono.
Ma prima o poi, se vorranno ancora il petrolio libico, dovranno venire a patti, sia con Haftar che con Gheddafi.
E non sarà un accordo facile visto che entrambi vorrebbero l’Occidente tutto, fuori dai cog*ioni dalla Libia.
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Claudio Khaled Ser