Il diversivo Kursk in Russia a coprire le difficoltà ucraine nel Donetsk

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMCONTRO –

Mentre nella regione di Kursk l’Ucraina sta consolidando le proprie conquiste, in quella di Donetsk sta subendo la rapida avanzata dell’esercito russo che si sta avvicinando velocemente alla città ucraina di Pokrovsk, centro importante nella difesa della regione di Donetsk, già in buona parte sotto il controllo della Russia. Con i soldati russi a meno di 15 chilometri, iniziata l’evacuazione dei suoi 60mila abitanti.

Il Donetsk ormai perduto

La Russia alla vigilia del controllo totale della regione di Donetsk, impossessandosi di una linea di rifornimento molto importante per l’Ucraina. E questo decisivo progresso sul campo russo sta avvenendo mentre a meno di 400 chilometri di distanza, a nord ovest, si sta consolidando l’inaspettata avanzata ucraina in territorio russo, nella regione di Kursk. Situazioni militarmente incompatibili tra loro. A Kursk un successo ucraino inatteso e certo clamoroso, ma senza un seguito strategico apparente, e contraddizioni militari anche gravi.

Niente militari russi dal fronte ucraino

L’impegno sul fronte di Kursk ha ulteriormente indebolito la presenza ucraina sul fronte orientale, dove nelle ultime settimane l’esercito russo ha conquistato territori a ritmi che non si vedevano dall’inizio dell’invasione, oltre due anni fa, avverte il Wall Street Journal. Mentre la Russia sembra aver dirottato verso Kursk soltanto una piccola parte delle truppe impegnate altrove. Mentre il vantaggio russo in termini di munizioni continua a essere netto, ma è soprattutto la mancanza cronica di soldati a rendere sempre più sproporzionato il confronto tra Ucraina e Russia sul fronte orientale.

Ancora guerra di propaganda?

L’Ucraina spera di poter usare i territori russi su cui sta stabilendo il proprio controllo come beni di scambio per riottenere porzioni del proprio attualmente occupate dalla Russia. Ma è una ipotesi militarmente priva di sostanza, ed estremamente rischiosa per gli stessi militari ucraini impegnati, riporta il Post. Un portavoce del presidente ucraino Zelensky ha parlato di «convincere la Russia ad avviare una fase di trattative eque». Ma dopo essere stata presa alla sprovvista, la Russia sta portando nell’area attaccata soldati e mezzi militari per contrastare l’esercito ucraino, se non addirittura per chiuderlo in una sacca.

Gli ucraini rallentano a Kursk, i russi accelerano in Donbass

Nelle ultime ore gli sviluppi sui campi di battaglia in Ucraina e nella regione russa di Kursk seguono andamenti diversi, quasi contrapposti, il punto di Analisi Difesa. Il comandante ucraino, il generale di divisione Edouard Moskaliov (rimosso a febbraio 2023 dall’incarico di comandante delle Joint Forces Operation per casi di corruzione nel suo comando), vanta il controllo di una vasta area, ma con i russi a portata di cannone. E le nuove cronache parlano di frazioni di terreno perso per l’arrivo dei primi rinforzi russi.

Quei 12 mila militari ucraini via via a rischio

Secondo il comandante della Forza Akhmat cecena, il maggiore generale Apty Alaudinov, sarebbero circa 12mila i militari ucraini presenti sul territorio russo di Kursk. Le truppe apparterebbero a due brigate meccanizzate, una di fanteria leggera e una della Guardia Nazionale. Il rallentamento dell’avanzata delle forze ucraine, è stato confermato anche da analisti occidentali. L’Institute for the Study of War (ISW) evidenzia il miglioramento della situazione per le forze russe che hanno fatto affluire rinforzi da diverse regioni russe interne e, in misura limitata, dai fronti ucraini di Kherson e Zaporizhia.

Armamenti Nato che attaccano la Russia

Nei giorni scorsi i russi hanno mostrato il video di un carro armato britannico Challenger distrutto. Dei 14 tank di questo tipo forniti da Londra sono almeno tre gli esemplari distrutti dai russi. Sollecitati dal canale tv britannico Sky News, il ministero della difesa britannico e le forze armate ucraine hanno rifiutato di commentare la notizia. Oltre ai carri armati britannici, gli ucraini stanno impiegando sul territorio russo veicoli da combattimento Bradley, Stryker e Marder, obici e blindati trasporto truppe francesi VAB, mentre tre lanciarazzi HIMARS sarebbero stati distrutti nella regione di confine da dove offrivano supporto di fuoco alle truppe ucraine nel territorio di Kursk.

CNN e i missili balistici tattici ATACMS

La CNN sostiene che gli Stati Uniti non consentono all’Ucraina di utilizzare i missili balistici tattici ATACMS per colpire la regione russa di Kursk. Non una limitazione per il rischio di escalation con Mosca ma per lo scarso numero di tali armi e che il Pentagono vorrebbe venissero impiegati per colpire obiettivi in Crimea e soprattutto il suo ponte. Mosca sostiene di aver abbattuto ben 12 missili ATACMS lanciati contro il ponte che unisce la Crimea alla Penisola di Kerch, e nella regione di confine di Sumy, distrutto un missile balistico Iskander-M e un sistema mobile di difesa aerea IRIS-T di costruzione tedesca.

Dubbie e preoccupazioni italiane

Ma il governo italiano, tra tanto ‘bailamme’, che pensa anche se non dice? Prima le riserve del ministro della Difesa, Crosetto, nei confronti dell’efficacia dell’offensiva ucraina a Kursk per giungere a negoziati di pace. Poi il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani che insiste che l’Italia non è in guerra con la Russia e negato ancora una volta l’impiego di armi italiane contro il territorio russo. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha addirittura espresso il timore che un impiego di armi italiane contro il suolo russo possa portarci alla terza guerra mondiale. Solo silenzio tonante, quello della premier Meloni.

Guerra con sempre più incognite

Intanto una guerra più lunga propone più incognite pericolose. Una minaccia accresciuta al territorio russo che vede soldati ucraini (e anglo-americani che li affiancano in uniforme ucraina) combattere a meno di 500 chilometri da Mosca puntando su una centrale nucleare apre a risposte russe con ad armi nucleari tattiche. Ingenuo credere che l’attacco a Kursk sia stato pianificato e attuato tutto dagli ucraini senza il contributo d’intelligence e operativo quanto meno degli anglo-americani. Secondo l’agenzia statunitense Bloomberg, Kiev ha discusso diverse opzioni per attaccare la Russia prima di scatenare l’assalto alla regione di Kursk il 6 agosto mentre Stati Uniti e Unione Europea hanno dato la loro ‘benedizione’ per l’attacco.

“Benedizione Ue” all’attacco? Da parte di Chi?

“Gli alleati della NATO non hanno riserve sull’incursione, sebbene ritengano improbabile che le forze ucraine saranno in grado di mantenere il territorio russo, anche se ci vorranno settimane prima che Mosca le cacci da Kursk”. Non regge la ‘favola’ degli ucraini che invadono da soli il territorio russo lasciando stupiti NATO e UE, mentre è doveroso chiedersi quanti stati membri delle due organizzazioni siano stati informati e abbiano potuto esprimere le loro valutazioni sull’attacco.”

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Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

20 Agosto 2024