“Hollywood Party”

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Qualcuno ricorderà quella scena del film dove Peter Sellers fa schiattare il pubblico dalle risate allungando all’infinito la brevissima sequenza di una battaglia in cui doveva soltanto dare una squillo di tromba per essere poi immediatamente ucciso da una fucilata.
E’ quella scena che mi viene in mente quando un altro comico, un certo Beppe Grillo, non vuole rassegnarsi alla fine della propria parte in commedia e come Sellers continua ad emettere squilli sempre più strozzati prolungando la propria agonia.
Però ad accoppare Grillo non è stata una fucilata nemica ma la sua incapacità di evolversi con il partito politico ideato dal defunto Casaleggio a cui il comico aveva prestato le sue indiscusse capacità attoriali. Che si trattasse solo di un’ottima interpretazione non era sfuggito agli osservatori più attenti che avevano colto ogni contraddizione, ogni voltafaccia e ogni incongruenza tra il Grillo leader di partito e l’uomo pieno di idee confuse da rimescolare a piacimento.
L’epico sproloquio che Grillo ha pubblicato ieri sul suo blog e che ho l’impudenza di proporvi mette le cose in chiaro per tutti. L’attore non accetta di aver terminato la propria parte e vorrebbe riscrivere il copione senza averne le capacità, e invece tutto ciò che potrà fare è trasferire la contesa sul piano legale rivendicando la proprietà del nome e del simbolo.
Che brutta fine per uno che sognava e faceva sognare una politica nuova.
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Mario Piazza
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https://beppegrillo.it/il-nostro-dna/