Intrigo a Stoccolma

DI PAOLO DI MIZIO

 

INTRIGO A STOCCOLMA
«Il nostro è stato vero coraggio, diciamolo, al limite dell’incoscienza. Ci siamo messi di traverso agli Stati Uniti, un gesto mai avvenuto prima nella storia del Nobel. Noi svedesi, noi europei: noi colonie degli Stati Uniti. Capisce, Olsson? Una sfida senza precedenti, a ben guardare. Qualcosa che un intellettuale sulle sue posizioni politiche e culturali avrebbe dovuto apprezzare enormemente. E invece, questo ingrato».
Tace un attimo.
«Il suo discorso mi induce a ritenere che forse, più che un atto di coraggio, il nostro sia stato un atto di avventatezza. Sì, siamo stati di una imperdonabile leggerezza. Adesso ci saranno conseguenze diplomatiche».
«Lei dice, Professore?»
«Ma certo, Olsson, certo! Cosa vuole che scrivano domani tutti i giornali del mondo, a partire da quelli americani, dopo aver sentito il discorso di De Rosa? “Nobel per la letteratura: un duro attacco agli USA e alla loro politica”. Questo sarà il titolo dappertutto, in tutto il mondo. E come pensa che reagirà il Segretario di Stato americano? Ci manderà un mazzo di rose rosse?»
Il tono di voce è andato in crescendo. Ma dopo una pausa, parla di nuovo con calma. «Avremo grattacapi a non finire, Olsson. Problemi veri. Il Ministro degli Esteri. Il Premier. La Corona… la Corona! Dovremo giustificarci anche con il Re. Dovrò giustificarmi. Sarà affar mio, alla fine, tanto per cambiare».
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Paolo Di Mizio
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“Il Nobel”, tratto da “La moglie assassina. E altre storie senza ritegno”, Aurea Nox editore, pagg. 200, € 15.