Io sto con Kamala Harris

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

C’è poco da sfogliar verze. Quando la scelta è ridotta a due sole possibilità i cervelli funzionanti, inclusi quelli dei bambini e degli animali più evoluti, scartano la peggiore.
E’ normale che sia così e accade di continuo. Basti pensare a quando fummo costretti a scegliere tra una vaccinazione che poteva presentare qualche rischio e la concreta possibilità di crepare come 7 milioni di nostri simili, rantolando sotto una tenda di plastica.
Per questo invece di fare teoriche radiografie a Kamala Harris ipotizzando intenzioni che travalicano ciò che dice dai palchi della propaganda, ritengo sia più utile e ragionevole valutare una eventuale vittoria di Donald Trump.
In entrambi i casi gli Stati Uniti rimarranno ciò che sono, una potenza mondiale vacillante disposta a tutto per mantenere la propria supremazia economica e militare sul resto del pianeta o quantomeno per evitare lo stallo che li farebbe schiantare al suolo.
Così è e così sarà quand’anche il prossimo inquilino della Casa Bianca fosse Gesù Cristo in persona.
Detto questo, chi cavolo potrebbe affidare la guida di quel paese a uno psicopatico narcisista che ha commesso dozzine dei reati più svariati, che nel suo delirio autoreferenziale non è più in grado di distinguere la verità dalla menzogna, che considera formiche persino i suoi sostenitori e che non esiterebbe a dar fuoco a tutto il formicaio se ciò gli potesse procurare qualche vantaggio?
Altro che Casa Bianca, uno così andrebbe rinchiuso in un carcere di massima sicurezza.
Rinchiuso lui rimarrebbero i suoi sostenitori, quelli più infantili dei bambini e meno evoluti della maggior parte dei mammiferi, ma almeno quello sarebbe un problema interno degli Stati Uniti e non una imprevedibile calamità che investirebbe l’intero universo mondo.
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Mario Piazza