Il prezzo da pagare

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Le parole cercano di creare una cortina di fumo sui fatti, nascondendo la realtà che vede una tregua sempre più lontana, quasi irraggiungibile.
La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo.
Le richieste del Movimento palestinese sono state completamente ignorate.
Nessuno s’illudeva più di tanto, l ‘arroganza criminale degli israeliani non lasciava spazio nemmeno alla più flebile speranza di un cessate il fuoco temporaneo.
La guerra, quella sottile, quella ignorata da sempre dall’Occidente, é scoppiata fragorosa quel 7 di Ottobre.
Quella data segna per il Medioriente il punto di NON ritorno.
Adesso e per tutti gli anni a venire, sarà guerra totale, continua, intervallata da momenti di tregua che non devono illuderci.
Il mondo arabo, quello antisionista, non depositerà mai più le armi e, quelli che sognano una “pace” fra arabi ed ebrei, avranno un brusco risveglio.
Anche se il teatro principale sarà Gaza, la Cisgiordania e la valle libanese del Bekaa, ogni luogo al di fuori di questi, potrebbe diventare “teatro” della guerra.
Chi si rende complice del massacro Palestinese, si assumerà tutte le conseguenze di questa criminale adesione al genocidio.
E quando un “folle terrorista” colpirà in una qualsiasi città del mondo, uccidendo civili inermi ed innocenti, NON dimenticate che le bombe fornite da quei Paesi hanno ucciso migliaia di civili, altrettanto inermi ed innocenti.
Ma il terrore non lo volete in casa.
Deve stare là, tra le tende degli sfollati, tra le macerie delle scuole, degli ospedali, delle case ridotte a bare di un cimitero senza confini
La morte deve camminare per le strade di Gaza City e non sui viali alberati di una qualsiasi città del mondo “bello”.
Eh no, non funziona così.
L’odio non ha mai avuto confini, cammina tra vicoli e viali, tra macerie e lussuosi palazzi.
Non incomincerà oggi ad averli.
Invece di scrivere messaggi di “dolore” per qualche passante accoltellato o per una sinagoga data alle fiamme, fermatevi a piangere donne e bambini bruciati vivi dalle bombe incendiarie che piovono sui campi degli sfollati palestinesi.
Fermatevi a piangere coloro che vengono uccisi, OGNI GIORNO, nelle loro case in Cisgiordania, pensate a chi non ha più una casa, non ha più una vita, non ha più nulla per cui valga la pena di vivere.
Poi, se vi restano lacrime, spendetele pure per gli altri.
Ma non chiamateli martiri.
Il martirio, quello vero e doloroso é sotto le bombe di Khan Yunis, é nelle grida d’aiuto della gente accalcata a Rafah, é nelle terre bruciate di Gerico.
Guardate questa foto, Lui si chiamava Mohammed al-Tamimi, aveva 2 anni.
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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, bambino e sorriso
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Guardatelo negli occhi se avete coraggio.
E’ stato colpito alla testa da un proiettile esploso dai militari israeliani nei pressi del suo villaggio, Nebi Saleh, nella Cisgiordania occupata.
Ogni 10 MINUTI un bambino come Lui, vie ucciso in Palestina.
Lo afferma l’ONU, non un qualsiasi Khaled.
Avete accettato di entrare in guerra al fianco degli ebrei, di essere complici di uno sterminio……
tutto si paga, anche l’infamità.
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Claudio Khaled Ser