Ripugnantemente

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

In guerra, anche in quelle difensive e di liberazione, vengono fatte cose ripugnanti.
Vincere è l’unica cosa che conta e se questo comporta la morte di innocenti nessuno lo ha mai considerato un vero ostacolo. Vale per le atomiche sul Giappone e vale per il bombardamento a tappeto di Roma nella II guerra mondiale, vale per il genocidio in corso a Gaza e vale anche per gli attentati terroristici a cui la parte più debole militarmente è costretta a fare ricorso. E’ un fatto e fare classifiche su chi ci ripugna di più è una dolorosa operazione che non cambia le cose.
Noi però non siamo in guerra, al contrario siamo un miraggio di pace e di sopravvivenza per centinaia di migliaia di persone che chiedono il nostro aiuto e la nostra pietà, quelli che sprezzantemente chiamiamo “clandestini”. E’ contro di loro che stiamo commettendo qualcosa di ripugnante e non lo facciamo per vincere una guerra che non esiste, lo facciamo con una legge dello stato per il puro piacere di fare del male a chi non ci ha fatto nulla.
Questo è il famigerato “decreto Cutro”. Quello che vieta ai soccorritori di salvare chiunque stia crepando in mare, quello che spedisce i mezzi di soccorso a molte giornate di navigazione dai luoghi dei naufragi, quello che mette sotto sequestro senza ragione quegli stessi mezzi affinché i clandestini di cui sopra abbiano tutto il tempo necessario per crepare nel buio tra le onde.
Una cosa del genere, a prescindere dal numero delle vittime, è moralmente più ripugnante di un missile che cade su un ospedale o di un atto terroristico, e vedere gli infami vigliacchi che hanno architettato e messo in opera una simile atrocità che sorridono alle telecamere e ai loro sostenitori mi suscita sentimenti che nessun social mi consentirebbe mai di esprimere a parole.
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Mario Piazza