Gaza: attaccato dalle forze israeliane un mezzo di soccorso dell’ONU

DI STEFANIA ASCARI

REDAZIONE

 

Le Nazioni Unite hanno denunciato che un loro veicolo di soccorso, chiaramente contrassegnato UN, è stato attaccato dalle forze israeliane durante un’operazione umanitaria a Gaza, nonostante questa fosse stata precedentemente coordinata con l’esercito israeliano.
Secondo il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, il veicolo, che faceva parte di un convoglio umanitario, è stato colpito 10 volte da proiettili, tra cui colpi che hanno infranto i vetri anteriori.
Medici Senza Frontiere ha segnalato che, negli ultimi tre mesi, ha tentato senza successo di introdurre 4.000 kit igienici nella Striscia di Gaza, contenenti articoli essenziali come sapone, spazzolini da denti, shampoo e polvere per il bucato. Tuttavia, nonostante l’emergenza anche igienica, queste forniture sono state bloccate dalle autorità israeliane.
Il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha riferito che il numero di morti dall’inizio del conflitto è salito a 40.534, con 93.778 persone ferite.
Ogni giorno, almeno 53 bambini e 72 adulti vengono uccisi a causa degli attacchi israeliani.
Inoltre, si stima che almeno 10.000 persone siano disperse sotto le macerie, molte delle quali probabilmente decedute.
Infine, il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha comunicato che dal 7 ottobre le forze israeliane hanno ucciso 161 operatori dei media, ferendone altri 186 tra Gaza e Cisgiordania, e ne hanno arrestati 51.
In tutto questo orrore il membro della Knesset, Avigdor Lieberman, ha esortato a interrompere completamente l’invio di aiuti umanitari a Gaza. In un post su X, ha dichiarato che “non è nostro compito sostenere gli sforzi umanitari a favore di coloro che hanno brutalmente assassinato e rapito i nostri figli e figlie”. Lieberman ha aggiunto che l’unico accordo che dovrebbe essere in vigore è quello di fermare tutti i trasferimenti di aiuti, attrezzature, carburante, elettricità e acqua, lasciando mano libera alle forze israeliane per prevenire una nuova escalation militare.
E poi mi raccomando guai a chiamare questo massacro e questa politica criminale GENOCIDIO.

Stefania Ascari