Renzi e il dentifricio…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Si diventa adulti quando si comincia ad assumere direttamente la responsabilità delle proprie azioni.
E’ così per tutti a prescindere da quanto si sia ricchi, belli, intelligenti o l’esatto contrario.
E’ quello il momento in cui la società in cui viviamo affida a ognuno di noi un capitale prezioso che dovremmo sforzarci di custodire e mantenere intatto fino all’ultimo dei nostri giorni: La Credibilità.
E’ grazie a quel capitale che ancora oggi si possono chiudere accordi con una semplice stretta di mano, con uno sguardo o con un cenno della testa. E’ la credibilità, la versione aggiornata del cavalleresco senso dell’onore, che da un valore alla nostra parola, che ci procura autorevolezza, e che ci fa godere della fiducia di chi vive accanto a noi, coniuge, figli, parenti, amici, interlocutori d’affari o altro.
C’è poi chi quel prezioso capitale decide di sperperarlo per ottenere vantaggi momentanei.
Penso al ristoratore che spaccia per astice la coda dei gamberetti, all’idraulico che invece di cambiare una guarnizione ti vende una caldaia nuova e a chiunque altro non abbia scrupoli nel lucrare sulle nostre necessità e sulla nostra buona fede, penso a Matteo Renzi.
Una carriera politica tanto sfavillante nell’ascesa quanto triste e imbarazzante nella sua inevitabile parabola discendente.
E’ ciò che accade quando la propria credibilità viene dilapidata in una serie infinita di menzogne, di voltafaccia, di parole tradite, di trame sottobanco, di ricatti, di arruffianamenti e di ogni altra porcheria abbia potuto contribuire alla distruzione di ciò che fu il suo onore.
E’ più facile ricacciare il dentifricio nel tubetto che ricostruire la propria credibilità, per questo non c’è nulla di strano che Renzi venga oggi considerato una specie di appestato politico. Casomai c’è da sorprendersi che qualcuno ancora perda tempo a parlarci insieme.
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Mario Piazza