DI ORSO GRIGIO
Quindi, il nostro eroe ha illustrato pure il suo programma.
Esso si compone di tre punti principali che andremo testé ad elencare: gli stipendi, la sanità e l’intelligenza artificiale. Tre supercazzole a caso buttate là che nemmeno Cetto La Qualunque. Mancava solo il pelo per tutti, ma si sa, è un articolo che ormai non tira.
Anzi, che nemmeno esiste più.
Nel frattempo è iniziato il suo Tour della Redenzione 2024, che lo porterà ad esibirsi, oltre che negli studi di La7 dove in quanto a presenze se la gioca ormai con Sottocorona ma dicendo molte più ca*zate, fra i palcoscenici delle Feste dell’Unità.
Che già chiamare lui alle Feste dell’Unità sarebbe come chiamare Orietta Berti al Pistoia Blues.
L’altro ieri questo diversamente privilegio è toccato ai cittadini di Pesaro.
In un memorabile incontro con l’ex sindaco di quella città Matteo Ricci, moderato da Myrta Merlino evidentemente non del tutto paga dei danni già fatti con l’Aria che tira, il paladino di noi tutti ha infiammato il pubblico con un veemente sermone dove prima ha rivendicato le sue origini “cristiano democratiche” (dire democristiano pareva brutto anche a lui) che gli impediscono di essere di sinistra (un teorema proprio del cacchio ma andiamo oltre), poi si è esibito nella sua hit più famosa, quella dello spalamento di me*da su Conte rinfacciandogli di aver fatto accordi con Salvini e di non saper scegliere fra Biden e Trump mentre lui, bravo bello e buono, ha “lavorato” con Obama (certo, come no, c’era pure Benigni in quel quadretto, ho ancora il post in camera).
Il tutto naturalmente senza contradditorio, sputacchiando come ai tempi d’oro, e usando le arti oratorie più sopraffine per infervorare gli astanti. Quindi, da attore consumato, ha cambiato registro, si è mostrato accomodante e ha rassicurato che lui non vuole la polemica con Conte (come essersi appena trangugiato un bue e dire che non avevi appetito) e anzi ha proposto di chiudere col passato e di guardare al futuro, come nei più insulsi spot della Tim, sussurrando parole ardite che sanno di antico: “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato” fino ad un irresistibile “scurdammoce ‘o passato…”. Cacchio! Mancava solo “simmo e Napule paisà”, ma forse sul napoletano è ancora limitato e non raggiunge le sublimi vette dell’inglese.
Capito il fenomeno? Ha distrutto tutto quello che c’era da distruggere che Attila al confronto bonificava, e ora che sotto il suo nobile culo non ci sono più scranni ove posare le preziosissime terga “scurdammoce ‘o passato”…
SCURDAMMOCE ‘O PASSATO UN CAZ*O!!!
Il passato è tutto quello che abbiamo di certo e se non siamo capaci di imparare da lì per evitare altri errori simili è bene andarsene tutti a fare in culo.
Quello che mi fa paura, e paura è la parola giusta, continua ad essere l’appoggio che il Corriere della Sera e gli altri due quotidiani a trazione Pensiero Unico continuano a dargli, bombardandoci a tappeto con le sue cazzate, le illuminanti interviste della Meli, le ipotesi di accordi di questa fava.
E la me*da su Conte, naturalmente, ma questo è un film in programmazione da anni.
Si giocano tutto su di lui e dal momento che in questo non c’è nessuna logica apparente, ci dev’essere altro che di certo non ha a che fare con i bisogni delle persone.
E poi c’è un’altra cosa che proprio mi terrorizza, e anche qui terrore è la parola giusta, ed è il possibilismo che emerge, oltre che nella segreteria della gaudente Schlein, che le verdi vallate svizzere sono lì che la aspettano, anche nella base, in certi elettori del pd, quelli che a Pesaro l’hanno accolto come un trionfatore, magari gli stessi che a suo tempo vennero cortesemente accompagnati ai gazebo per votarlo, e che non hanno certo nel pensiero la loro qualità migliore.
Gli stessi che se il partito glielo chiede votano anche Mefistofele e Belzebù, e la cosa tragica è che anche stavolta il partito gli chiederà qualcosa del genere, più o meno velatamente.
Il pd è irredimibile, e non da ora ma da qualche decennio, ma come ho già detto quello spazio a sinistra è vitale per tutti e io sono così coglione che ogni volta mi illudo di recuperarlo e riempirlo di coerenza, belle persone e buone idee.
Però le cose stanno così, confuse nella merda più nera, e troppa gente ha ormai e da parecchio mandato all’ammasso il cervello con tutto quello che c’era dentro. Purtroppo è una tendenza che colpisce un po’ tutti, e chi sono gli elettori del pd per non rimanere coinvolti da questo sfacelo?
Qualcuno mi dice che ho un’ossessione per Renzi, e in parte è vero.
Ce l’ho per il politico, per quello che rappresenta, per l’ambiguità, per l’ipocrisia, le bugie, per l’incoerenza, per l’arrivismo sfrenato, per l’ambizione che non ha pudore alcuno. E ce l’ho con chi lo appoggia, per l’ignoranza diventata ormai un vanto, ce l’ho con la stupidità che non prova nemmeno a capire, con la mancanza di coraggio, ce l’ho con il rifiuto del pensiero, come se ne avessimo paura, come se pensare fosse una responsabilità che non ci vogliamo prendere.
Credetemi, a me in fondo mi importa anche una sega.
Se adesso si vogliono risussare questo genio chissenefrega.
Sono in pace, ho sempre fatto quello che ho potuto, da uomo libero, e ne ho pagato il prezzo.
La mia vita non ne avrà per molto e il piccolo volo che rimane posso farlo anche a motori spenti, come un aliante che sfrutta le ultime correnti.
Mi dispiace solo per chi non riesce a liberarsi di certi cancri, quelli che uccidono davvero e non ci sarà mai cura, per chi non sarebbe disposto non solo a un’azione ma nemmeno ad uscire di casa per andare a votare per provare a cambiare le cose, ammesso che ce ne venga data ancora la possibilità.
Mi dispiace, certo, ma alla fine saranno cacchi loro.
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Orso Grigio