La sindrome del giustiziere

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Come la maggior parte delle persone sono stato vittima di parecchi furti e la prima sensazione che ho provato trovando casa svaligiata o non trovando più l’auto o la moto dove le avevo lasciate è il rimpianto di non aver sorpreso il ladro mentre mi derubava.
Per fare cosa? Certamente per poter difendere le mie cose ma anche, inutile negarlo, per poter punire personalmente il maledetto ladro.
E’ una reazione umana che si è prolungata per qualche giorno quando è stata messa a repentaglio l’incolumità delle persone a me vicine ma altrimenti è durata pochissimo, giusto il tempo di realizzare che non esiste oggetto che possa valere una vita umana, la mia o quella del ladro non fa differenza. Ma io sono una persona normale, o almeno credo di esserlo e così mi considerano tutti quelli che mi conoscono.
Normale non è Cinzia Dal Pino che schiaccia per tre volte con l’auto il suo scippatore e ancora meno lo sono le migliaia di persone che la applaudono senza neppure la scusante del trauma subito.
Sono anormali o meglio sub-normali e sono il risultato finale della lunga campagna di istigazione all’odio e alla violenza che il più sub-normale di tutti ha portato avanti per anni chiamandola vergognosamente “diritto all’autodifesa” senza porre la minima attenzione sulla sua proporzionalità e sulle conseguenze sempre nefaste che essa comporta.
Se dovessi indicare il più criminale tra lo scippatore di Viareggio, la sua assassina e il tizio della foto non avrei il minimo dubbio su chi scegliere.
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Mario Piazza