(Non) Salvate il soldato Salvini

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Se non fosse Salvini ad aver girato quel video; se quel video non fosse riferito a cose serie, tipo l’obbligo di soccorso in mare e vite umane, non esiterei a metterlo fra le cose più surrealmente comiche che abbia mai visto in vita mia. Però, per i citati motivi, lo trovo tragicamente rivoltante. L’uomo, qualunque cosa faccia, induce chiunque sia dotato di tre neuroni, dico tre, a burlarsi di lui o, in alternativa, andare a vomitare.
In questo caso, vedendo il video, e ricordando quello a cui si riferisce, il vomito è spontaneo, travolgente, irresistibile. Basta solo riflettere su un dato: ha sempre usato il termine “clandestini”, mai il termine che definisce gli esseri umani. Quindi: persone. Perché erano persone, santo Dio, quelle stipate su quella nave! Erano persone! Uomini, donne, donne incinte, anziani, bambini, ragazzi! Persone!
E quale Patria ha difeso questo signore, da chi l’ha difesa? Dall’odio che egli stesso diffonde? O da inermi, stanche, affamate, stremate, malate persone colpevoli solo di essere nate sulla sponda sbagliata dello stesso suo mare? Colpevoli di non avere più speranze, di non avere vita e di cercare le une e l’altra in un altro paese? E di cosa sarebbero state armate, quelle persone, per essere considerate una minaccia per il Paese, da uno che, contrariamente a loro, il Paese lo minaccia veramente? Con la sua opera, con i suoi atti, con quello che dice, perfino con il suo respiro?
“Il Piave mormorò, non passa lo straniero”. Il canto di Salvini.
Un terrificante uomo ridicolo, passato, in millesimi di secondo, dal “pulirsi il sedere con la bandiera italiana” a immolarsi per la Patria. E si è immolato, con prosciutto, salame, wurstel e prosecco. Spero che il suo eroismo gli sia fatale. Spero tanto che non corra nessuno a salvarlo.
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Giancarlo Selmi