Scandinavia e Baltico militarizzati: la “Grande Guerra del Nord”

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Tanto per avere ancora un po’ più di paura. Sull’allargamento della NATO alla Penisola Scandinava e la sicurezza della regione del Baltico un articolo del professor Glenn Diesen, con il decisivo sottotitolo (How a Region of Peace Became an American Frontline), «Come una regione di pace è diventata una linea del fronte americana». Glenn Diesen è professore all’Università della Norvegia sud-orientale (USN) e Associate Editor alla ‘Russia in Global Affairs’.
Una analisi forse di parte, ma molto ben documentata e di grande interesse.

Analisi critica e sviluppi strategici tra Scandinavia e Baltico

«La militarizzazione della Scandinavia comprometterà drasticamente la sicurezza della regione e determinerà nuovi conflitti poiché la Russia sarà costretta a rispondere a quella che potrebbe diventare una minaccia esistenziale. La Norvegia ha deciso di ospitare almeno 12 basi militari statunitensi sul suo territorio, mentre Finlandia e Svezia seguono l’esempio trasferendo il controllo su parti del loro territorio come membri della NATO. Saranno costruite infrastrutture per portare più velocemente le truppe statunitensi ai confini russi, mentre il Mar Baltico e l’Artico saranno convertiti in mari della NATO».

Più armi non portano mai più pace

Mentre la Scandinavia si converte da una regione di pace a una linea del fronte degli Stati Uniti, ci si aspetterebbe almeno un dibattito su questo cambiamento storico, la valutazione polemica dello studioso. Ma la politica e l’intellettualismo occidentale sembrano prigionieri dell’inganno che l’espansione della NATO migliora la sicurezza grazie a una maggiore forza di deterrenza. «Più armi raramente portano a più pace, sebbene questa sia la logica della pace egemonica a cui parte di questa generazione di politici si è impegnata».

La competizione per la sicurezza

«Se l’aumento della sicurezza del paese A diminuisce la sicurezza del paese B, allora il paese B sarà probabilmente costretto a migliorare la propria sicurezza in un modo da ridurre la sicurezza del paese A». Il cane che si morde la coda. Finlandia e Svezia erano parte importante della cintura di stati neutrali dal nord al sud dell’Europa durante la Guerra Fredda, il che ha contribuito a ridurre le tensioni. «Scoraggiare i sovietici senza provocarli. Questo buon senso è ormai scomparso da tempo».

Scandinavia regione chiave per la sicurezza russa

Lo sviluppo economico dipende anche da un accesso affidabile ai mari, le arterie del commercio internazionale. Per tre secoli, dal ‘500 all’ 800, la Svezia ha cercato di limitare l’accesso della Russia al Mar Baltico, tentando anche di invadere il porto artico russo di Arkhangelsk. Durante l’occupazione svedese della Russia, morì circa 1/3 dell’intera popolazione russa. L’isolamento della Russia durò fino a Pietro il Grande, che sconfisse la Svezia nella Grande Guerra del Nord nel 1721. Fine all’era della Svezia mentre la Russia divenne una grande potenza europea grazie al suo accesso illimitato al Mar Baltico.

L’accesso della Russia al mar Baltico e all’Artico

L’ex segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen: “Dopo l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO, il Mar Baltico sarà ora un mare NATO”. Anche la Polonia e gli Stati baltici hanno iniziato a riferirsi al Mar Baltico come “mare NATO”. Il Financial Times sostiene che “la Danimarca potrebbe impedire alle petroliere russe di raggiungere i mercati come parte delle sanzioni”. Un colonnello della NATO ha anche sostenuto che l’enclave russa di Kaliningrad sarebbe diventata un ‘problema per la Russia’: “L’ingresso della Finlandia e della Svezia cambieranno totalmente la configurazione nella regione del Mar Baltico. La Russia sperimenterà Kaliningrad circondata”.

L’attacco americano al Nord Stream

«L’attacco americano al Nord Stream» -questa l’affermazione testuale del professor Glenn Diesen-, ha dimostrato quanto il controllo sul Mar Baltico sia importante per tagliare la connettività economica russo-tedesca. Gli Stati Uniti hanno tentato di incolpare gli ucraini per l’attacco, suggerendo che “la CIA ha avvisato l’ufficio di Zelensky di fermare l’operazione”. L’ammissione di essere a conoscenza dell’attacco prima che accadesse è comunque interessante e rivelatrice.

La militarizzazione della Norvegia

Inizialmente, le truppe statunitensi erano di stanza in Norvegia a rotazione, presenze ‘occasionali’. Nel 2021, Norvegia e Stati Uniti hanno concordato alcune basi militari chiamandole “aree dedicate”, poiché la Norvegia ufficialmente non consente basi straniere sul suo territorio. Gli Stati Uniti hanno pieno controllo e giurisdizione su questi territori e i media statunitensi si riferiscono a loro come basi militari che consentiranno agli Stati Uniti di affrontare la Russia nell’Artico.

L’invasione russa dall’Ucraina

Le discussioni occidentali correnti e accettate sulla guerra in Ucraina sono limitate dalla premessa che l’invasione della Russia è stata “non provocata” e qualsiasi tentativo di ampliare il dibattito affrontando il ruolo della NATO viene bloccato con l’accusa di “legittimare l’invasione russa”. La narrazione di un’invasione “non provocata” che s’è imposta rispetto ai fatti. Esempio indicatico, quando la cancelliera tedesca Angela Merkel si era opposta all’offerta all’Ucraina per entrare nella NATO nel 2008 poiché sarebbe stato interpretato da Mosca come “una dichiarazione di guerra”. Fatto cancellato.

William Burns, direttore Cia

William Burns, ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca e ora attuale direttore della CIA: “l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è la più luminosa di tutte le linee rosse per l’élite russa”. “Non solo la Russia percepisce l’accerchiamento per minare la sua influenza nella regione, ma teme le conseguenze che potrebbero influenzare gli interessi di sicurezza russi… La Russia è preoccupata che le forti divisioni in Ucraina con gran parte della comunità etnica russa contraria all’adesione Nato, tensioni che potrebbero portare a una guerra civile. E la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole dover affrontare”. E lo diceva il capo della Cia.

Qualche “dubbio” attorno

Jaap de Hoop Scheffer, Segretario generale della NATO nel 2008, ha riconosciuto che la NATO non avrebbe dovuto promettere l’adesione all’Ucraina e alla Georgia nel 2008. Anche l’ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti e Direttore della CIA Robert Gates ha riconosciuto l’errore dicendo che “Cercare di portare la Georgia e l’Ucraina nella NATO è stato esagerato”. Alla fine di marzo 2008, Tony Blair proponeva ‘attività provocatorie’ lungo i suoi confini della Russia. Settembre 2023, Stoltenberg, dichiara con che le azioni della Russia per impedire l’espansione della NATO avrebbero portato a una maggiore espansione della NATO stessa.

Fondamentalismo ideologico

«Gli attori della partita strategica globale sono visti come buoni o cattivi in ​​base a identità politiche assegnate dall’ideologia. Mai le proprie politiche e azioni possono costituire una minaccia per gli altri, portatori di valori alti e mai minacciosi». Non si capisce perché la Russia si sentirebbe minacciata dall’espansione della NATO anche dopo la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria, lo Yemen e la guerra per procura in Ucraina. La NATO è semplicemente un’”alleanza difensiva”, anche se bombarda paesi che non l’hanno mai minacciata.

Confusione tra sicurezza ed egemonia

Gli Stati Uniti hanno una strategia di sicurezza basata sull’egemonia, che dipende dall’indebolimento di tutti i rivali emergenti. La strategia di sicurezza degli Stati Uniti del 2002 ha collegato esplicitamente la sicurezza nazionale al dominio globale poiché l’obiettivo di “dissuadere la futura competizione militare dovrebbe essere raggiunto promuovendo l’impareggiabile forza delle forze armate degli Stati Uniti e la loro presenza avanzata”.

L’addio all’Europa

Gli Stati Uniti sposteranno sempre più la loro attenzione, le loro risorse e le loro priorità sull’Asia, il che cambierà le relazioni transatlantiche. Gli Stati Uniti saranno in grado di offrire meno agli europei, ma richiederanno più lealtà in termini di economia e sicurezza. Gli europei dovranno recidere i loro legami economici con i rivali degli americani, il che sta già comportando una diminuzione della prosperità e una maggiore dipendenza dagli Stati Uniti.

La Nato, la Cina, e via col mondo

“Gli Stati Uniti si aspetteranno anche che gli europei militarizzino la competizione economica con la Cina, e la NATO è già diventata il veicolo più ovvio per questo scopo. Invece di adattarsi alla multipolarità diversificando i propri legami e cogliendo le opportunità derivanti dall’ascesa dell’Asia, gli europei stanno facendo l’opposto subordinandosi ulteriormente agli Stati Uniti nella speranza che ciò aumenti il ​​valore della NATO.”

.

Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

17 Settembre 2024