E noi paghiamo…

DI SALVATORE GRANATA

 

Dopo aver incontrato Marina Berlusconi e oggi Draghi, quindi dopo aver incontrato “luminari e uomini del ceto medio-basso”, la Meloni ha baciato (ancora una volta) la pantofola a Confindustria.
Senza contare che quando stava all’opposizione fino a poco prima di essere eletta regina di Stato, la medesima attaccava ferocemente il Messia.
Il Messia, sì sì proprio lui, l’amico di Renzi, quello apprezzato pure da Letta e Gentiloni, quello con il grande curriculum.
Risultato?
Italia ancora con 3000 miliardi di euro di debito pubblico e 100 miliardi di euro di evasione fiscale l’anno.
I giovani senza una casa, i poveri senza un reddito, i lavoratori senza un contratto decente, le famiglie senza i soldi per la scuola dei figli e le cure.
Mentre per “confy” ci saranno tanti sì e pacchi di miliardi.
Non solo. Chi ha evaso a più non posso negli ultimi 5 anni se la caverà con due spicci: è il senso del condono tombale a cui pensa il governo guidato dalla statista di cui sopra.
Aspè! Toti ha patteggiato, e questa scelta ha un valore politico ed è una chiara ammissione di responsabilità.
Salvini che dice in merito? Un “rutto” al cannolo scomposto, non di più.
Alla faccia nostra, che non commettiamo reati, che siamo solidali, che abbiamo pagato, paghiamo e pagheremo tutto e tanto, perché abbiamo la colpa di essere onesti lavoratori o pensionati. O peggio ancora disoccupati.
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Salvatore Granata