Un fisco “a piacere”

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Eccellentissimo ministro e vicepremier, stamani leggo una sua intervista dove ribadisce un no, secco, ad ogni forma di tassa sugli extraprofitti bancari e che al massimo si potrà chiedere alle banche “un contributo di solidarietà facoltativo”.
Volevo dunque chiederle: ma quindi vale anche per noi? Perché io ogni mese pago il fisco sennò passo i guai, però mi potrebbe far piacere iniziare a farlo “facoltativamente” (“a piacere” suona meglio, dà quell’idea di fiscalità da parcheggiatore abusivo che ben si addice all’idea che avete del sistema fiscale) e sentirmi anche un buon samaritano, poiché da obbligo diventa tutto “solidarietà”.
Perché, eccellenza, se a una banca che fa profitti stellari sulla base di furberie all’italiana (incassare montagne di denaro grazie ai tassi della BCE senza adeguare i tassi sui conti correnti della povera gente) si concede di non pagare altre tasse, voglio e vogliamo tutti lo stesso trattamento.
Un fisco “a piacere”, suona anche bene.
O a piacere è solo i potenti e per chi, come la famiglia Berlusconi, possiede banche, eccellenza?
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Leonardo Cecchi