DI GIANCARLO SELMI
È bizzarro sentire la Schlein e il PD sbraitare sulla fame di poltrone degli altri.
La crisi di nervi l’ha scossa così tanto, quando ha saputo che il M5S e AVS non l’avrebbero seguita sull’Aventino nel voto sul CDA Rai, da dimenticare che tutte le poltrone disponibili nell’emisfero boreale, da un ventina d’anni, le ha occupate il suo partito. E da non accorgersi che il “Media Freedom Act” europeo, è giusto giusto contro la riforma della Rai voluta da Renzi e dal PD, non dalla Meloni che quella riforma sta solo utilizzando a suo favore.
Né più né meno, occorre dirlo, quello che ha fatto il suo partito fino al settembre 2022, ergo l’altro ieri. A perdere direzione, sostanza e filo delle cose, si rischiano giramenti di testa con emicrania incorporata. Per carità, nella politica italiana, si è visto di peggio, giravolte di gran lunga più importanti, ma prendere la segreteria a suon di promesse di pulizia di renziani, di renzismo e cacicchi, per poi finire abbracciando lui e la Boschi e sbraitando contro AVS e Movimento, non sembra poca cosa.
Tanto quanto non dire, nascondere le proprie intenzioni dietro un linguaggio criptico e incomprensibile, quando perfino la sua base le ha fatto intendere da che parte sta, è degno della peggiore tradizione dorotea. Accusare gli altri di votare con la destra rivela una irritante doppia morale, per chi dirige un partito che con le destre ha votato, in sede europea come in Italia, su tante cose. E che voleva, nel 2022, allearsi con Azione, quindi con Mariastella Gelmini.
Il voto sul CDA Rai, è pura didattica per chi continua a diffondere la favoletta di un presunto “appiattimento” (così dicono) di Giuseppe Conte, quindi del M5S, sul PD. Dimostra l’infondatezza di questa accusa. Tanto quanto la dimostri lo stop al “listone dei centristi”, con due italomorenti dentro, a supporto della candidatura di Orlando in Liguria. Chi attribuisce a Conte mollezza o subalternità alle manovre piddine, dovrà ricredersi e smetterla di frastagliare le gonadi, con le solite frasette da scuola primaria, ripetute fino alla esasperazione, sulla rete.
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Giancarlo Selmi
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