Il “no a veti”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Il “no a veti” sbandierato in ogni occasione, in funzione totalmente favorevole a Renzi, dalla Schlein, ha trovato la sua ultima e spero definitiva locazione nel “cimitero” della politica.
In Liguria Orlando è stato costretto a ripulire le liste a suo supporto dai renziani camuffati da centro sinistra. In Emilia e in Umbria pare che stia accadendo la stessa cosa.
È una vittoria di Giuseppe Conte che, al contrario del pinocchio destrorso rignanese, parla poco e fa i fatti. Esemplare più unico che raro nella politica senza memoria italiana.
A parlare con il tono di Don Rodrigo, “quel matrimonio non s’ha da fare”. E non si farà. L’ennesima giravolta renziana, una vera e propria folgorazione, dopo due anni di voti con la destra, di ingressi in giunte in tutta Italia con la destra, è destinata al fracasso. Poverino.
Prima si è offerto mani, piedi, anima e corpo a Meloni & compagnia. Poi, avendo ricevuto un rifiuto, ha pensato bene di modificare tutto. E così, ormai consapevole che da solo, con il suo esercito di globetrotters politici, in parlamento non ci torna, ha rivoluzionato, per l’ennesima volta il suo pensiero, compiendo l’ennesimo triplo salto mortale carpiato, con 18 avvitamenti.
Ha bisogno della garanzia di un seggio, il bomba. E, più ancora del seggio, ha bisogno della immunità a esso incorporata. Calenda l’ha salvato una volta ricevendo in cambio la solita paga. Quella renziana, intendo, la mitica “inchiappettatura” che solo il bomba sa fare. Adesso non vuole nemmeno incrociarlo per strada sul marciapiede opposto.
E allora chi meglio della armocromatica Elly? Che ancora da lui non ha ricevuto alcuna paga? “Magari si fida”, avrà pensato. E quella, incredibilmente, si è fidata.
Mai dire mai, soprattutto nel “mondo di mezzo” della politica italiana. Peccato, per il nostro bombuccio, che abbia incontrato sulla sua strada un cagnaccio. Uno che ha memoria, ch’è coerente e che, soprattutto, bada al, e persegue il, “bene comune”. D’altra parte, e non poteva essere altra cosa, il suo nemico principale è lui. È il destinatario del suo odio politico, quello che non lo fa dormire di notte. Che non fa dormire lui e i suoi favoreggiatori giornaloni, i suoi padroni, le consorterie, i comitati di affari, i muratori in pensione, in attività e agli arresti domiciliari: è Giuseppe Conte.
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Giancarlo Selmi