In confidenza…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Alla mia età, vado per i 74, si pensa spesso alla propria morte. E’ un pensiero che non ha nulla a che fare con la depressione, al contrario credo sia l’aspetto culturale di un processo necessario per avvicinarsi con serenità all’inevitabile.
La morte alla mia età smette di essere quel mostro che che ha afflitto le nostre esistenze privandoci via via delle persone che abbiamo amato da vicino e di quelle che per il loro genio si sono fatte amare da lontano. Penso a chi ha condiviso con me i momenti più belli e ne scandisco i nomi nella memoria restituendo loro un soffio di vita e penso a John Lennon, a Nelson Mandela, a Fabrizio De Andrè, a Fidel Castro.
Penso al mondo che lascerò così diverso da quello in cui si è dipanata la mia esistenza e nel quale sto via via smettendo di trovarmi a mio agio. Forse è questo il vero significato di quando si dice “era un uomo del suo tempo”, e il mio è stato un tempo meraviglioso governato dal pensiero prima che dai quattrini, dall’amore prima che dall’odio, dalla passione prima che dalla tecnologia.
Nessuna depressione, state tranquilli. Vivrò felicemente il tempo spero lunghissimo che mi resta grazie alla mia compagna, ai miei cani, ai miei pochi amici e alle mie passioni residue, il golf, i motori, il buon cibo.
Nel caso leggesse questo post voglio dirlo ben chiaro in faccia alla mia morte: Non mi fai assolutamente nessuna paura, quando arriverai non sarai nulla più di una inevitabile rottura di cog*ioni.
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Mario Piazza