Vertice nuova Ue: i tre baltici più arrabbiati con Mosca

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

A oltre due anni e mezzo dall’inizio del conflitto, l’assoluta ostilità dalla Commissione Ue a ogni tentativo di trattativa che non sia la sconfitta di Mosca. Oltre Kiev e Zelensky con un’Europa molto più debole e disarmata del febbraio 2022, con poche truppe, armi e munizioni, in condizioni economiche recessive e con l’energia più cara rispetto alle altre aree industrializzate del mondo, come sottolinea Analisi Difesa.

Il peso politico delle tre micro repubbliche baltiche

Le tre repubbliche baltiche, piccole e di scarso peso militare, politico ed economico dietro ‘proclami giganti’ dietro la ‘russofobia’ che ne anima i governi. Un bellicismo che stona con il pessimo andamento del conflitto per Kiev, e quindi anche per i suoi alleati, cioè noi. Eppure l’Ue Von der Lyen Due punta ancora sul braccio di ferro militare con Mosca mentre la larga parte del mondo (persino negli Usa) insiste sul negoziato. Proprio nel momento in cui dovremmo invece prepararci a gestire un negoziato.

Repubbliche Baltiche, nell’Unione dal 2004, nella nuova Commissione

Il lettone Valdis Dombrovskis, riconfermato commissario all’Economia e Produttività, non un incarico simbolico per il rappresentante di una nazione il cui PIL nel 2024 ha raggiunto i 46 miliardi di euro, più o meno come le Marche. E mentre l’economia europea va a fondo, Dombrovskis ha fatto sapere le sue priorità sostenendo il 30 settembre l’urgenza di altri 35 miliardi di euro all’Ucraina, Mentre il lettone sostiene che “la questione della confisca dei beni russi congelati non si discute”. “I profitti straordinari sui beni russi immobilizzati non sono di proprietà russi, ma europea”, la sua personalissima teoria. Ed è fuga di investimenti esteri nel continente.

Politica estera modello Estone

La politica estera e di sicurezza europea sarà presto in mano all’ex premier estone Kaja Kallas che sostituirà Josep Borrell. Kallas -ricorda Gaiani-, è nota per la sua ostilità alla Russia di cui ha auspicato il tracollo e la sua suddivisione in repubbliche in guerra tra loro. Ignorando i gravissimi rischi per la sicurezza globale nello sfaldamento di una potenza nucleare che dispone di 6.500 testate atomiche che finirebbero chissà dove se dilagasse l’anarchia. Scemenza speriamo recuperabile.

“Difesa e Spazio” (invenzione von der Leyen) Andrius Kubilius, ex premier lituano

Da parlamentare europeo, Kubilius ha proposto di sostenere militarmente l’Ucraina con lo 0,25% del PIL di ogni Paese Ue e di far pagare a Mosca il conto per la ricostruzione dell’Ucraina utilizzando non solo gli interessi ma i capitali russi congelati in Europa dopo l’inizio della guerra. Il suo incarico è legato soprattutto a sviluppare l’industria della Difesa europea, settore produttivo in cui la Lituania non esprime nulla, salvo aver appena firmato un accordo con la statunitense Northrop Grumman.

Il peso di quel nord economico, politico e militare

Di fatto, il peso delle economie di Estonia, Lettonia e Lituania è irrilevante in termini di PIL (165 miliardi di euro quest’anno, meno del Veneto e pari allo 0,9% di quello della UE), e la loro superficie complessiva è  di 175mila chilometri quadrati, un ‘ventiquattresimo’ dell’Unione Europea e una popolazione di 6 milioni di persone, e siamo al settantacinquesimo.. In termini militari le tre repubbliche baltiche mettono in campo tutte insieme 21 mila militari con modestissime capacità di combattimento terrestri e nessuna navale e aerea (i cieli baltici vengono difesi a turno dai partner NATO) per una spesa 2024 di 4,5 miliardi di euro. I tre, insieme alla Polonia, chiederanno finanziamenti dalla UE per costruire fortificazioni -“Linea di difesa baltica” o “Scudo Orientale”-, lungo i confini con Russia e Bielorussia.

Baltico a tutta Ucraina

Lungimiranza politica e strategica ed orizzonti di pace e distensione. Il ministro degli Esteri lettone, Baiba Braze, sostenitore dell’adesione dell’Ucraina all’UE e alla NATO. Contributo decisivo, “Le capacità di combattimento delle forze armate ucraine”. Sempre carne da cannone. Per non essere da meno, il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis: “l’Ucraina, purtroppo, non è ancora autorizzata a colpire adeguatamente obiettivi in territorio russo.

“”Questo solleva preoccupazioni e dubbi su chi stiamo realmente proteggendo: la Russia o il popolo ucraino”. Valutazioni preoccupanti e non certo condivise dalla gran parte dei partner UE e NATO tenuto conto che neppure Washington ha autorizzato Kiev a colpire la Russia con le armi fornite dagli USA.”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

5 Ottobre 2024