Senza nessun rispetto per le migliaia di morti….

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Ormai siamo tutti abituati ai TG e ai talk show che hanno sostituito la propaganda all’informazione. Di solito per accorgersi delle posizioni tendenziose di quasi tutti i conduttori occorre prestare una certa attenzione e saper valutare dettagli non alla portata di tutti come l’uso delle parole, il taglio delle inquadrature e dei filmati proposti, il tempo concesso ai sostenitori delle tesi che si vogliono propinare a un pubblico in gran parte privo delle difese culturali necessarie.
Di solito, perché in giornate “topiche” come quella di ieri gli imbonitori da video abbandonano quel minimo di prudenza necessaria per conservare qualche credibilità e si tuffano senza esitazioni nell’orgia di disinformazione, di faziosità e di manipolazione che viaggia con il vento in poppa più veloce di Luna Rossa.
Ne ho sentite di tutti i colori, abbandonato ogni pudore si sono avvicendati a dozzine per spiegare come la pulizia etnica in corso a Gaza, il massacro dei Libanesi lontani centinaia di chilometri dalla linea del fronte e il terrorismo quotidiano contro i Palestinesi della Cisgiordania altro non siano che il diritto di Israele a difendersi.
E mentre sputavano sulle decine di migliaia di morti trasformando un aggressore storico da 76 anni nell’aggredito di un giorno non è stato dato un solo minuto a chi avrebbe voluto e potuto inquadrare la strage del 7 ottobre in un contesto molto più vasto, perché in quel contesto prima del diritto a difendersi si sarebbe potuto mettere in discussione il diritto di Israele non di difendersi ma di esistere.
Ma davvero basta coagulare qualche milione di persone attorno a un simbolo religioso perché ciò dia diritto a una propria nazione confessionale sulla terra di un altro popolo? Se così fosse anche Chiara Ferragni forse potrebbe pretendere un proprio stato sostituendo il suo pandoro alla stella di Davide, magari chiamando “terra promessa” la Costa Azzurra o i campi di sci intorno a Cortina.
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Mario Piazza