Il delirio di Israele e l’annientamento dei nemici

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Un indagine ONU resa nota da Reuters, ha concluso che Israele “ha eseguito un piano coordinato per distruggere il sistema sanitario di Gaza, azioni che rappresentano sia crimini di guerra che il crimine contro l’umanità di sterminio di massa.”
Navi Pillay, ex alta Commissaria per i diritti umani, ha accusato Israele di “attacchi incessanti e deliberati contro il personale e le strutture mediche” nel corso della guerra, iniziata un anno fa in seguito all’attacco del 7 ottobre da parte di miliziani di Hamas in Israele meridionale.
La missione diplomatica di Israele a Ginevra ha definito le conclusione oltraggiose ma senza opporre alcuna prova a sostegno dell’oltraggio subito.
L’analista politica Roxane Farmanfarmaian, insegnante e analista di politiche medio orientali a Cambridge, intervistata da France La Presse, sostiene che le tattiche perpetrate nel tempo dal leader estremista Netanyahu indicano plasticamente il fallimento degli interventi americani a Tel Aviv: “Israele non parla del dopo– afferma l’accademica inglese- ed è molto difficile parlarne anche per gli altri ma la mediazione occidentale nel suo complesso ha fallito del tutto. Nulla di quanto chiesto dall’amministrazione Biden in quanto alleata è stato ottenuto, nessuna richiesta è stata esaudita: non c’è stato il cessate il fuoco, nessuna reale collaborazione per aumentare gli aiuti a Gaza.”
Attualmente Il Governo di Israele ha un nuovo programma ispirato da fondamentalismo religioso: assumere il pieno controllo del territorio che ritiene proprio indipendentemente dalle etnie che vi abitano e quindi senza un’autorità palestinese. Israele rivendica il diritto alla propria esistenza ma ha chiarito perfettamente che non è interessato a una soluzione a due stati e questo ha drammatiche e gravissime conseguenze che il mondo dovrebbe impedire. La più importante di queste è la negazione dell’autodeterminazione del popolo palestinese e il riconoscimento fin ora negato anche della potenze occidentali, dello Stato della Palestina.
Per realizzare il suo programma Israele deve sradicare ogni forma di resistenza perché questa potrebbe sfociare in atti drastici e sanguinosi come quello del 7 Ottobre. Dunque Israele vuole che il mondo gli conceda mani libere per divellere ogni ostacolo fisico e ma l’immunità dell’ONU alla propaganda Israeliana provoca l’ira dell’oltranzista Netanyahu.
Secondo gli estremisti deliranti del governo Israeliano qualunque resistenza o idea di emancipazione dev’essere radicalmente eliminata ed è ciò che Israele sta facendo con continue aggressioni ai danni di civili sostenute perfino da coloni armati spinti dall’IDF a eradicare i palestinesi dalle loro case e territori.
Naturalmente il Sud del Libano fa parte dell’integrità territoriale che Israele ritiene necessaria a costo di compiere un genocidio che rifiuta di riconoscere. Perciò esiste il rischio concreto che oltre la Cis Giordania Israele annetta anche parte del Libano. L’occidente, che dovrebbe condannare in massa lo sterminio perpetrato da Tel Aviv, nel frattempo è insabbiato nell’immobilismo e in protocolli che nonostante tutto celebrano Israele.
Nonostante la recalcitranza di alti esponenti delle nostre istituzioni a riconoscere lo sterminio del popolo palestinese, è chiaro che l’aspetto più sordido della strategia israeliana è nella reiterazione di attacchi deliberati, ed espressamente vietati dalla giurisprudenza internazionale, agli ospedali e rifugi per la popolazione civile. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la legittima difesa e concorre e delineare il quadro in cui si consuma una tragedia umanitaria negata con determinazione patologica. Tutto questo naturalmente mentre i vertici delle comunità ebraiche Italiane gridano all’antisemitismo dilagante e Il governo di Israele in pieno delirio attacca perfino le basi Unifil senza offrire spiegazioni.
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Gioacchino Musumeci