Latina: Q3, dopo il sequestro e il dissequestro, la Cassazione ribalta tutto

DI CLAUDIA SABA

 

Non c’è pace per i tre negozi del quartiere Q3 a Latina.
Prima il sequestro a cui ha fatto seguito il dissequestro, ora l’annullamento del dissequestro da parte della Cassazione, che accoglie il ricorso del pubblico ministero della Procura di Latina, Giuseppe Miliano.
Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha quindi confermato la tesi investigativa dei Carabinieri del Nipaaf.

Adesso, il Tribunale di Latina, dovrà nuovamente esprimersi in merito a tutta l’intricata vicenda della variante Q3.

La storia di questa “variante”, ha dell’incredibile.
A dicembre del 2018, durante l’amministrazione Coletta, una delibera di giunta eliminava il vincolo alberghiero apposto sull’area negli anni ‘70 dalla Regione Lazio per la realizzazione dell’hotel Garden su via del Lido.
Costruito l’albergo, restituito il mutuo, il vincolo, che non era stato ancora cancellato, viene eliminato dalla giunta Coletta riportando
il terreno alla destinazione iniziale prevista dal PPE del quartiere Q3, che include anche quella commerciale.
In cambio di quella destinazione d’uso, la proprietà avrebbe realizzato opere per la città: parcheggi ed aree verdi.
Regolarmente autorizzata dal Comune la struttura viene aperta al pubblico a dicembre del 2023 ma viene messa sotto sequestro qualche giorno dopo.
A febbraio 2024, il dissequestro da parte dell’Ufficio del riesame del Tribunale di Latina che ordinava anche la restituzione del bene agli aventi diritto.
Sembrava tutto finito ma la nuova amministrazione Celentano, contestò un’irregolarità nei tre passi carrabili.
Risolto il problema dei passi carrabili, tra agosto e settembre di quest’anno, i negozi vengono finalmente autorizzati a riaprire.
Dopo poco più di un mese dalle ‘inaugurazioni’ delle 3 attività, con la decisione delle Cassazione,
tutto sembra tornare in discussione.
Da qui, una serie di considerazioni che vanno a sovrapporsi a molte domande ancora senza risposta.
Perché tanto accanimento proprio su queste tre attività commerciali?
Latina, negli ultimi 30 anni, non ha certo brillato per legalità e trasparenza.
Le varie inchieste, molte in tema di urbanistica, hanno portato alla luce rapporti poco chiari tra imprenditori e certi personaggi politici delle passate amministrazioni di centro destra, Olimpia, per citarne una, che dopo tanto clamore si è chiusa con prescrizioni e abolizione dei reati. Questo, grazie anche alle nuove norme varate dal governo di Fratelli e parenti d’Italia che, cancellando i reati di abuso d’ufficio ha di fatto
eliminato la maggior parte dei reati commessi dagli attori principali dell’inchiesta.
E proprio quelle persone indagate e messe sotto processo, oggi chiedono legalità e trasparenza.
Solo a dirlo viene da sorridere…

Le stesse persone che a Latina hanno dominato la scena per decenni, con un solo “stop” dal 2016 al 2021 (amministrazione Coletta), dal 2022 sono tornati di nuovo alla guida di questa città.
Si, avete capito bene.
Sono tornate tra noi alla vita pubblica e con incarichi pubblici.
Infatti, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Città allo sbando.
Culturalmente, materialmente e moralmente.
Ma perché si è tornati al torbido passato?
E perché a quelle persone invischiate negli “affari” più bui della città per decenni, si continuano ad affidare incarichi, consulenze e ruoli di primo piano a Latina, proprio come accade al governo?
E ancora perché, proprio loro, mettono paletti alle nuove attività di Via del Lido?
Un giorno le risposte arriveranno.
Intanto la vicenda dei negozi della Q3 sta diventando ridicola e infinita, svilita da un dibattito con troppi interessi in gioco.
La concorrenza? I soliti legami tra quelli di oggi e “quelli di prima” di Coletta?

Non lo sappiamo … ma qualche dubbio viene.
Fatto sta che i diritti acquisiti non sono più diritti.
Tutto sotterrato tra mucchi di carte, denunce e contro denunce, ricorsi e controricorsi, complotti sottotraccia.
Che tristezza assistere ai festeggiamenti del Centenario di cui si vanta questa amministrazione, tra nastri e inaugurazioni di una città che ha poco di cui vantarsi.
Una città morente.
Perché senza attività e senza la voglia di costruire, le città muoiono.
Intanto lo scenario che si prospetta dopo la decisione della Corte di Cassazione, è spettrale.
Dopo quasi un anno dal primo sequestro, proprio sotto Natale, un altro Natale è alle porte.
Cosa succederà ai tanti dipendenti assunti nelle tre attività se dovesse accadere ancora?
Rischiare di mandare all’aria il lavoro di 200 persone per gli interessi dei soliti noti, sarebbe il reiterarsi di un brutto male che credevamo sopito.
E di questo “cancro” ancora così vivo, c’è molto, moltissimo di cui preoccuparsi.
Per tutti.
Latina e Italia compresa.

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Claudia Saba