Morire di lavoro…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Il lavoro è lavoro sempre, ma se a perderci la vita per un incidente è il titolare dell’attività faccio una gran fatica a considerarlo uguale ai suoi dipendenti.
Anche in quei casi dove il padrone lavora spalla a spalla con tutti gli altri, magari arrampicato su un’impalcatura o alla guida di un trattore. La morte, quasi sempre tanto orribile quanto ingiusta, è la stessa ma diversissime sono le ragioni che hanno spinto la vittima a rischiare la pelle e purtroppo a lasciarcela.
Un imprenditore decide lui quali misure di sicurezza vadano adottate e rispettate, per sé e per gli altri. Se sbaglia paga una multa, raramente è lui a morire.
Un imprenditore corre dei rischi cercando maggiori profitti, nessuno gli impone nulla e nessuno lo licenzia se non fa ciò che gli viene imposto.
Un imprenditore ama la propria azienda, l’ha creata lui a propria immagine e da essa ha tratto non solo il benessere economico che intende conservare ad ogni costo ma anche la libertà di fare ciò che vuole, come vuole e quando vuole e di imporre agli altri l’esatto contrario.
Per questo un padrone e un lavoratore non possono stare nello stesso elenco di vittime, parola di imprenditore a riposo.
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Mario Piazza