La prima manovra umoristica della storia

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Aveva parlato di “sacrifici” il buon Giorgetti. Subito lapidato dai colleghi, aveva parzialmente smentito.
Oggi, pimpante e orgoglioso, lo ribadisce: “sacrifici avevo detto e sacrifici saranno”.
Ma la domanda è la seguente: sacrifici da parte di chi? Banche, assicurazioni, imprese delle armi? Ma neanche per sogno! Hanno inventato una cosa nuova: tre miliardi verranno assicurati da banche e compagnia cantante con una specie di prestito. Anticipano le imposte che dovranno pagare nei prossimi due, tre anni. Ergo pagheranno nulla. Stica*zi che sacrificio!
I sacrifici ci stanno per davvero nel resto. Da parte degli italiani, ovviamente.
Dicono: “la manovra varrà trenta miliardi e non ci saranno nuove tasse”. Dicono così, è proprio vero. Anche i polli si stanno sganasciando dalle risate. Quindi i soldi verranno dall’acqua su Marte, dagli schiaffi di Bombolo o da che? L’aumento dell’IVA su pannolini, latte in polvere e altri generi di prima necessità; l’aumento delle accise sul diesel; gli aumenti rivenienti dagli adeguamenti degli estimi catastali quindi, per gli umoristi del governo non sono imposte. Forse sono “un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale”?
Verrà tolto linearmente il 5% a tutti i ministeri. Quindi ai trasporti e ai servizi, per esempio.
Verranno diminuite le detrazioni d’imposta. Anche qui tasse, semplicemente tasse. Per minori servizi offerti. Ma si pagheranno più tasse perché minori saranno le detrazioni.
Oggi il rag. Cerasa ha detto, ripeto testualmente: “l’aumento della pressione fiscale c’è, indubbiamente, a bocce ferme. Però verrà azzerato dagli effetti della stessa manovra”. Quindi a bocce che girano, una manovra che raccoglie denari, secondo il simil-ragioniere, lascia la pressione fiscale invariata. Insomma, come una vergine solo parzialmente incinta.
Sarà per l’effetto del giramento di bocce? O anche a noi, come alle banche, ci restituiranno i soldi nei prossimi due, tre anni?
Forse anche per noi i soldi che pagheremo verranno considerati un prestito?
Ovviamente no.
Ma la cosa straordinaria è una sola: gli italiani credono a tutte queste fandonie. Ne riparleremo con i convinti elettori di destra, quando questi avranno finito le fettine di cu*o.
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Giancarlo Selmi