Il Governo “contro”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

In due anni di attività, il governo della presidento, ha inventato nuovi reati, ha inasprito le pene per reati già esistenti, ha richiamato più volte l’esigenza di un giro di vite. Nei confronti di chi? Anche nel campo della giustizia ha seguito le stesse elementari linee guida che hanno determinato le scelte di politica economica: solenni e sontuose sodomizzazioni collettive dei poveri e degli ultimi, liberi tutti a colletti bianchi, corruttori e corrotti.
Dai partecipanti ai rave party, fino ai manifestanti, passando per i classici reati da ladri di galline, pugno di ferro e, se fosse per salviettini e dei fenomeni al suo fianco, reintroduzione delle frustate, tortura e gatto a nove code. Ma dato che il partito di salviettini così estraneo agli affari non è, d’altra parte tanto quanto non lo siano tutti i partiti che formano questo governo, e che gli affari con la politica formano pericolose liaisons, tutto il furore riservato ai rubagalline, è diventato “garantismo”. Che tradotto in un italiano pratico, vuol dire: fate che ca*zo volete tanto in galera non ci andate.
E come accadde con Berlusconi, sono riapparsi i vecchi insulti alla magistratura. Che, si badi bene, non deve fare il suo lavoro. No assolutamente. Deve aiutare il governo. Quindi: se il governo, a causa della sua assoluta e conclamata incapacità, facesse cose contro la legge (la figuraccia albanese infrange, a quanto pare, un miliarducolo di leggi), i magistrati dovrebbero, nella concezione della democrazia della presidento, stare zitti, fischiettare e fare finta di nulla. Altrimenti diventano: giustizia a orologeria, politicizzati, toghe rosse, comunisti al servizio della sinistra e tante altre cose.
Peccato che le leggi non le facciano i magistrati. Ma che i magistrati si occupino solo di punire chi non le rispetta. Peccato che la magistratura sia uno dei poteri, che la Costituzione prevede staccato dal potere politico. Peccato che: nonostante i tentativi di fare diventare i magistrati camerieri di casa meloni; nonostante le leggi che stanno rendendo sempre più difficile il loro lavoro; qualcuno di loro il suo lavoro continua a farlo. Infine: peccato aver gettato in Albania quasi un miliardo che poteva essere utilizzato per la sanità. Peccato aver gettato circa 600.000 euro per i sedici migranti. Peccato che questi dilettanti allo sbaraglio, a cominciare dal presidento, non abbiano nessuna idea di come si governi.
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Giancarlo Selmi