DI MARIO PIAZZA
Le parole di Nordio “Se la Magistratura esonda dobbiamo intervenire” non dovrebbero essere una sorpresa per nessuno, con la sua tracotante dichiarazione il tronfio ministro ha solo chiarito quale sia l’obiettivo di un governo che dal giorno del suo insediamento aspira al potere assoluto e guarda alle regole democratiche come ad ostacoli da rimuovere.
Non sorprende, ciò che invece lascia a bocca aperta è come il Presidente della Repubblica, messo lì apposta per difendere la Costituzione antifascista e lui stesso tra gli ostacoli da rimuovere con il premierato, osservi ciò che sta avvenendo limitando i suoi interventi a paciosi moniti che ognuno interpreta come meglio crede.
Non occorre un disegnino per capire come a “esondare” sia il governo e non la magistratura, a meno che non si ritenga che la separazione dei poteri sia stato un vezzo stilistico dei padri costituenti e non una indispensabile difesa da nuove dittature.
A preoccupare non è soltanto l’impalpabilità di Mattarella ma anche l’incapacità delle opposizioni, ben consapevoli di ciò che sta accadendo ma restie nel tradurre in azioni le proteste verbali che teatralmente sollevano dagli scranni del Parlamento e dai palchi dei loro comizi. Pare quasi che la difesa dell’ordine democratico italiano sia stata affidata all’Europa, dimenticando che in essa allignano fascisti a tutto tondo come Orban e Le Pen, come l’austriaco Kurz e l’olandese Wilders, come gli amici di Ordine Nuovo, di Casapound, di Vox, di Alba Dorada, di AFD.
Per fare rientrare negli argini democratici il governo Meloni non restiamo che noi ma per farlo non possiamo aspettare le prossime elezioni quando il cerchio di fascistizzazione del paese sarà ormai chiuso. Occorre farlo oggi con qualsiasi mezzo, con o senza l’aiuto del Quirinale, delle opposizioni e dell’Europa.
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Mario Piazza