DI PIERO GURRIERI
Lei è Angela Isaac, una ragazza nigeriana di 28 anni.
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Fino a ieri non la conosceva quasi nessuno, Angela serviva ai tavoli di un bar, da ieri tutti sanno di chi è, e le farebbero anche un monumento perché ieri lei ha salvato un uomo e facendolo ha rischiato di perdere la sua, di vita.
Quando l’ha visto, travolto da quel fiume in piena che era diventata la via Etnea, non ci ha pensato un attimo, e ha affrontato la corrente per salvarlo, e c’è riuscita.
“Ricordo che c’era altra gente, anche uomini, ha poi detto, ma nessuno si muoveva per salvarlo. Così sono andata io. Non conosco chi ha fatto il video, mi aspettavo che magari qualcuno venisse ad aiutarmi, ho dovuto usare tutte le mie forze, la corrente era fortissima e non è stato semplice”. Ha detto così, e poi ha aggiunto: “Quando l’ho tratto in salvo, ho pensato di aver fatto tutto ciò che avrei potuto. E sono tornata al lavoro”.
Angela ha un bambino di due anni, è a Catania da sei per aiutarlo a crescere. E lui crescerà più che bene, avendo una madre così. Cui nulla è importato di avere un diverso coloro della pelle.
Io preferisco lei, Angela, rispetto ai tanti (italiani e stranieri, non mi frega nulla) che con i loro telefoni strafighi si sono limitati a fare video e a pubblicarli su Instagram, mentre quell’uomo rischiava di morire e una giovane donna si gettava in quel fiume per salvarlo. E se fossi il Sindaco di Catania, ne farei almeno per un anno il simbolo della città, perché c’è solo da imparare.
Grazie.
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Piero Gurrieri fra la gente