Presidente le scrivo…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

No, signor Presidente… Le istituzioni non devono affatto “mediare tra loro”, certamente non quando si tratta del potere politico contrapposto a quello giudiziario, e sorprende che un ex-magistrato del Suo calibro divenuto con ampia maggioranza e per due mandati il custode della Costituzione Repubblicana possa pronunciare un invito del genere.
Il Governo (una volta erano i membri del Parlamento liberi da vincoli di mandato) vara le leggi e la Magistratura le fa rispettare, punto.
Non c’è nulla da mediare, signor Presidente. Col suo invito alla mediazione Lei sembra chiedere al potere giudiziario di chiudere un occhio quando le suddette leggi violano i principi costituzionali, o i diritti fondamentali sanciti dagli accordi internazionali, o sono in contrasto con le leggi sovranazionali di un’Europa a cui abbiamo scelto di appartenere.
Capisco il Suo desiderio di non alimentare conflitti e polemiche tra i due corpi più importanti dello stato ma non è quello il Suo mandato principale. Ciò che mi sarei aspettato dal guardiano della Costituzione è un invito al Governo, perentorio, stentoreo e a reti unificate, a verificare la correttezza di leggi che vengono invece partorite con fini puramente elettorali e facendo scempio dei principi a cui i paesi democratici hanno scelto di sottostare, oltre che di pubblico denaro.
Forse Lei, signor Presidente, per cultura e carattere non è l’uomo adatto per fronteggiare questo accelerato scivolamento verso le “democrature” alla Orban e temo anche oltre. Con tutto il rispetto che le è dovuto La supplico di diventarlo prima che sia troppo tardi.
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Mario Piazza