DI MARIO PIAZZA
In Georgia, un piccolo paese indipendente a cavallo tra Europa e Asia, hanno vinto i filorussi.
Secondo gli osservatori internazionali dell’Osce i voti sono stati contati correttamente ma le elezioni si sono svolte in un clima di intimidazione. Immagino che gli osservatori non si riferissero a qualche scazzottata davanti ai seggi elettorali ma alla pressione psicologica esercitata sugli elettori magari con minacce, menzogne e false promesse.
Se la logica fosse quella potremmo fin da ora dichiarare non valida l’elezione del presidente degli Stati Uniti, visto che a contendere la Casa Bianca a Kamala Harris c’è un criminale a tutto tondo che con l’assalto al Campidoglio ha già dimostrato cosa sarebbe capace di fare in caso di sconfitta. Un hooligan miliardario e bancarottiere, violento e senza scrupoli, falsario e mentitore, razzista e sessista, egocentrico e anaffettivo a livelli che imbarazzerebbero i più qualificati psichiatri del pianeta. Roba da domandarsi in quale mondo rovesciato, distopico e malato un simile elemento abbia potuto candidarsi per raggiungere e già una volta ottenere la nomina a “commander in chief”.
E invece ha ottime probabilità di vincere e se avverrà nessuno metterà in dubbio la legittimità del risultato ma al contrario i potenti del nostro misero mondo occidentale sgomiteranno per essere i primi a baciargli le mani o qualche altra parte anatomica meno nobile e più flaccida.
E già, però il risultato in Georgia non ci convince.
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Mario Piazza