DI MARINO BARTOLETTI
Di Fausto Leali (che oggi compie – meravigliosamente – i suoi primi 80 anni) ho un ricordo decisamente particolare. Lui che esattamente 35 anni fa canta “A chi”, chitarra in mano, nella pampa argentina fra gauchos a cavallo e vaqueros intenti a cuocere “bistecche” di asado grandi come dei poster
Era successo che Diego Maradona, già innamorato di lui e delle sue canzoni prima di arrivare in Italia, una volta a Napoli lo aveva “riscoperto” in tre Festival di Sanremo consecutivi in cui Fausto aveva sciorinato altrettante prove micidiali della sua bravura: 1987 “Io amo”, 1988 “Mi manchi”, 1989 “Ti lascerò” con cui vinse il Festival in coppia con Anna Oxa. Bastava e avanzava perché “el Pibe” lo inserisse nella lista dei suoi invitati alle nozze che si sarebbero celebrate a Buenos Aires. E lo stesso giorno dell’arrivo, nel sobrio pic nic a base di buoi interi di cui ho parlato, Fausto aprì il booster della sua voce sotto il sole della primavera sudamericana.
Già la sua voce. Conosco pochi cantanti che l’abbiano saputa conservare come lui alla vigilia del suo nono decennio di vita. Perfetta, sfacciata, mai scalfita dal tempo: in grado addirittura di mantenere le stesse tonalità dei vent’anni.
E’ a questo higlander della musica che voglio inviare il mio abbraccio e il mio augurio più sincero . Sono passati più di sessant’anni da quando si fece conoscere… imitando i Beatles (e poi facendo loro da supporter coi i suoi “Novelty” nella tournée italiana). Da allora fra trionfi e cadute (poche) è sempre rimasto sulla breccia. Alcune sue canzoni-cult le ho già citate: aggiungeteci “Deborah”, “Un’ora fa”, “Io camminerò” o quella che volete, chiudete gli occhi e “ascoltatelo”: vi graffierà come ha sempre fatto. Bravura a parte, Fausto ha il grande pregio di essere rimasto lo stesso col passare degli anni: certamente con la sua voce e col suo talento, ma anche con la sua serietà, con la sua semplicità e persino con la sua umiltà.
Merce rarissima.
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Marino Bartoletti
