DI MARIO PIAZZA
Ammettiamo pure che l’elettorato attivo del M5S si sia ristretto intorno al 5%, su scala nazionale. Stiamo comunque parlando di almeno 2 milioni di voti e sono più di quanti i “cacicchi” di destra e sinistra messi tutti insieme possano procurarne, e non è neppure azzardato immaginare che altrettanti voti giacciano senza vita nel mare magno dell’astensionismo.
Non è pensabile che un simile numero di cittadini vengano lasciati nelle mani di Beppe Grillo, un opportunista senza scrupoli che come dimostra la sua ultima sparata (blog di ieri, leggere per credere) a un ormai incomprensibile carisma unisce la cultura, la logica, l’irresponsabilità e la dialettica di un bambino di dieci anni. Per quanto li si possa sbeffeggiare per la loro ignoranza e ingenuità i pentastellati non sono una piccola setta di fanatici di cui ci si possa dimenticare.
Per questo convinti o a malincuore occorre mantenere in vita Giuseppe Conte o, se proprio non ce la facciamo, propiziare l’ascesa di un sostituto con migliore intelligenza politica.
Se entrambe le ipotesi ci ripugnano o ci fanno paura e capisco bene che possa essere così, ai leader progressisti rimangono tre anni per recuperare la credibilità perduta e non è cosa che si possa ottenere con le sole chiacchiere.
Ciò che invece proprio non possiamo fare è incrociare le dita sperando che quella fetta di elettorato svanisca nel nulla o confluisca nell’area progressista per semplice gravità, sarebbe un suntuoso regalo per quelli a cui finalmente abbiamo dichiarato guerra aperta.
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Mario Piazza