DI GIOACCHINO MUSUMECI
Questo articolo in risposta ad un lettore con cui ho intavolato un interessantissima conversazione. Buona lettura.
L’Europa si dibatte incatenata alla sovrapposizione di crisi economiche e finanziarie. Per risolvere i noccioli duri dell’economia occorrerebbe cambiare un po’ di paradigmi ma penso che lo faremo quando l’occidente avrà realizzato che la supremazia economica occidentale è crollata. Quindi ancora qualche anno per riconoscerlo, forse un decennio. E’ una verità scomoda che bisogna cominciare a studiare razionalmente e senza allarmismi per non fare la fine dei dinosauri spazzati via dal meteorite.
Bisogna capire quali vizi sono intrinseci alla “globalizzazione”: lo “sviluppo squilibrato” come lei ha scritto prima, non è una prospettiva allettante per conto mio, può partorire mostri disarticolati socialmente parlando. Se consideriamo le vite umane come semplice mezzo di produzione potremmo dedurne che i morti e i feriti lasciati per strada siano più o meno irrilevanti e rappresentino i costi dello sviluppo ma questo è bendarsi. Mi spiego: se globalizzazione significa per noi acquistare un biglietto aereo stracciato e poter girare il mondo, quel biglietto non sarà mai appannaggio dei bambini Birmani che per 22 euro al mese scarsi producono i palloni con cui giochiamo noi. Se i bambini comprano il biglietto non mangeranno, chi costruirà i nostri palloni? Non vogliamo che questo accada, certi bambini sono troppo comodi per noi. La globalizzazione, bisogna dirlo, è un cannibale spietato, divora manodopera a bassissimo costo.
La globalizzazione è ovviamente figlia dell’esigenza di espansione del mercato. Per creare sempre maggiori profitti nella globalizzazione il mercato è deregolamentato e funziona esclusivamente sul principio della domanda e dell’offerta.
Il mercato globalizzato non guarda se il prodotto e trasformato dai bambini, con la sua offerta è interessato a soddisfare la domanda, the end. La globalizzazione non una minaccia, è una conseguenza dell’idea errata che autorità pubbliche non abbiano voce sul mercato. Il corollario è che il controllo del mercato è passato nelle mani di autorità extranazionali che decidono a vantaggio di investitori come andranno i mercati. Questo non è positivo perché significa che l’idea nobile di creare sviluppo, si è risolta nell’ arricchire alcune aree e popoli a svantaggio di altre aree e popoli. Precisamente il mondo di oggi “ma questo– ci ricordano- è il capitalismo baby!”
La globalizzazione sarebbe perfetta nel mondo che rema verso l’uguaglianza, ma ci affanniamo nella direzione opposta: Alcune economie crescono, altre faticano, altre soccombono, tutt’altro che equilibrio.
La Cina è fortissima e l’Europa perde invece la scommessa col futuro nel mercato globalizzato per le leggi del capitalismo: considerando stati e corporazioni come singoli capitalisti, il più forte tra questi è colui che possiede materie prime, mezzi di produzione per trasformarle secondo la domanda del mercato e le prospettive di cambiamento della società, e naturalmente manodopera a basso costo. India, Cina e Russia – c’è chi dirà per fortuna e chi purtroppo, dal nostro punto di vista purtroppo- possiedono tutti i requisiti necessari richiesti dalla globalizzazione forsennata del mercato. Noi non possediamo materie prime né forza lavoro sufficiente ma mezzi di produzione. L’Italia quasi nemmeno quelli ma non ditelo a nessuno.
FMI prevede che l’apporto di manodopera verrà dai migranti ma dobbiamo comprare materie prime e i costi di queste soprattutto quelli per le conversioni al green, sono altissimi (la smobilitazione di forza lavoro specializzata o generica con l’immigrazione è un paradigma della globalizzazione a cui non ci si può sottrarre. Meloni lo sa, ma imbroglia i suoi elettori con le sue politiche farsa).
L’Europa perde forzatamente? In questo scenario si, ma perdono anche gli Usa proprio per via del mercato globalizzato. Non c’è modo di evitarlo, dobbiamo scendere a patti con le potenze emergenti a cui invece dichiariamo guerra militare o economica. La Cina oltre un mercato interno infinito, possiede una quantità di forza lavoro illimitata e trasforma materie prime che compra quanto le pare esaltando mercati e borse mondiali, a una velocità insostenibile per noi. Quali sono le economie più forti in base al PIL pro capite secondo FMI? India (+6,0%), Cina (+4,9%), Russia (+3,8%) che viene raccontata da anni come fallita domattina, e inaspettatamente per tutti il Brasile (+2,6%). Gli Stati uniti vengono solo dopo (+2,3%). L’Italia col suo + 0,7% dove va?
Il nostro sistema economico è un vampiro, l’abbiamo alimentato, abbiamo vantato la produzione forsennata come unica strada. Stati reietti e marginalizzati per decenni ci hanno creduto. Eccoli davanti a noi. Tutti questi oggi stanno dicendo agli Stati uniti “Non vi daremo più le nostre materie prime in cambio del vostro dollaro spazzatura.”
Il nostro problema è guardare le cose nell’orizzonte concesso dal buco della serratura a cui arriva un bambino. E un bambino non sa come funziona il mondo, crede nelle favole raccontate da certi adulti.
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Gioacchino Musumeci