Rilancio dell’economia cinese e sfida ad occidente

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Valerio Sale dalla redazione di REMOCONTRO –

Il vice ministro delle Finanze promette i risultati sul piano di rilancio economico a dopo le elezioni statunitensi, mentre una lunga analisi di Foreign Affairs interpreta le dichiarazioni “come il riconoscimento ufficiale di ciò che  che il popolo cinese e il mondo sanno da tempo: l’economia cinese è in guai seri”. Parole forti e di parte, quelle della rivista americana di relazioni internazionali.

Rilancio e barriere commerciali

“Negli ultimi quattro decenni l’economia cinese ha vissuto forse il periodo di crescita più straordinario della storia umana. Nel 1981, oltre il 90% della popolazione cinese viveva in condizioni di povertà. Oggi, oltre la metà della popolazione appartiene alla classe media, con un tenore di vita paragonabile a quello di molte nazioni sviluppate.”

Ora sfiducia e consumi interni

Ora, però, i cinesi non spendono e accumulano liquidità che innalza il livello di risparmio che unito all’eccesso di investimenti pubblici in industrie strategiche crea una capacità produttiva che la Cina riversa all’estero. Ma se anche il mercato internazionale riduce la domanda o se la stessa viene ostacolata da dazi e barriere doganali (vedi l’Ue sulle auto elettriche), s’innesta un circolo vizioso economico da cui la Cina deve uscire per evitare la stagnazione.

Perché i cinesi non spendono

Le ragioni per cui i cinesi non spendono e risparmiano poggiano su due condizioni socio-economiche tra loro connesse. Primo, l’assenza di uno stato sociale diffuso (pensioni e sanità) che impone ai cittadini di riservare quote sempre più alte di risparmi per il proprio futuro e per la salute (quello a cui dovremo pensare presto anche noi). Secondo, l’evoluzione demografica di un paese con 1,4 miliardi di abitanti che ha fatto un enorme balzo dall’età media da 19 anni all’attuale di 39.

La crisi del mercato immobiliare

Su questi fattori pende come una spada di Damocle la crisi del mercato immobiliare. Negli ultimi decenni in Cina sono nate dal nulla intere città, con milioni di abitanti arrivati dalle campagne per abitare in altrettanti milioni di case. Uno sviluppo dell’edilizia ipertrofico che ha lasciato attualmente vuote 90 milioni di abitazioni con il conseguente rischio annunciato di esplosione di una bolla immobiliare. Va inoltre considerato che un terzo delle entrate degli enti locali (municipalità e province) è rappresentato dalle concessioni edilizie. Il rallentamento o una crisi delle costruzioni significa minori entrate per istituzioni vitali alla gestione e sviluppo delle comunità e dei territori.

La Banca Centrale Cinese

Tecnicamente la Banca Centrale Cinese sta adottando una strategia simile usato dalla Bce o dalla Federal Reserve. Sostenere il debito e gli asset finanziari nella speranza di generare un effetto ricchezza che si ripercuote sull’economia in generale. Il piano comprende limitati sostegni diretti alle famiglie, tra cui nuove normative che consentono ai mutuatari di rifinanziare i loro mutui, ma il problema restano gli stimoli al consumo.

Prima la industrie strategiche

E’ opinione comune di molti osservatori che il capitale iniettato nel sistema finanziario sarà maggiormente reindirizzato verso le industrie strategiche che verso i consumatori, per vincere la competizione con gli Stati Uniti sia in tecnologia che nelle capacità militari. Lo conferma il ruolo globale che la Cina ha assunto nello sviluppo dei Brics+. Ma anche nei tentativi di ricucire i rapporti con l’Europa sulla questione dei dazi alle auto elettriche. E’ di questa settimana la notizia di un incontro informale tra un gruppo di sherpa della Ue con omologhi cinesi.

Foreign Affairs di parte, ma problemi reali

“I guai dell’economia cinese non sono forse così seri come avverte Foreign Affairs, ma la leadership cinese dovrà guardarsi con maggiore attenzione che in passato al suo interno, dove il modello economico rischia di trasformare la preoccupazione nel futuro di una sempre più larga e anziana parte della popolazione in un’ inquietudine diffusa e in possibili tensioni nella classe politica.”

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Articolo di Valerio Sale dalla redazione di

4 Novembre 2024