Donald Trump ha vinto, ma la destra italiana ha poco da festeggiare

DI FABIO SALAMIDA

REDAZIONE

 

Il mondo si prepara alla nuova presidenza di del Tycoon. Fatali gli errori dei dem e il “vento nero” che attraversa l’Occidente, ma chi subirà le conseguenze drammatiche di questa elezione è proprio chi oggi esulta.

Il risultato era nell’aria da settimane, quando “l’effetto novità” rappresentato da Kamala Harris si è sgonfiato mostrando tutti i limiti di una candidatura improvvisata, decisa in fretta e furia e senza primarie. E così, Donald Trump è tornato alla Casa Bianca e promette una presidenza ancor più radicale della precedente.

Gli errori dei dem e di Joe Biden

Al netto dei gravi errori dei democratici (che perdono consensi anche nelle loro storiche roccaforti) e al di là del folle tira e molla di Joe Biden, che ha aspettato troppo per ritirarsi compromettendo di fatto la campagna elettorale del suo partito, la nuova vittoria di Trump è coerente col “vento nero” che sta attraversando l’Occidente. Quella parte di popolo che più soffre gli effetti collaterali della globalizzazione, quella che diventa sempre più povera ogni giorno che passa, sia in Usa che in Europa sceglie chi promette un ritorno al passato e non un’idea di futuro. È quella parte di popolo che odia le regole (e i giudici che le applicano), odia le cosiddette élite, odiano il semplice fatto di non poter discriminare altri esseri umani. Li ho più volte descritti come i penultimi che odiano gli ultimi.

La scelta più facile

In parte è comprensibile, perché il futuro e i cambiamenti fanno paura: pensiamo solo alle politiche per il clima e i loro costi sia per le aziende che per i comuni cittadini. Molto più facile votare chi nega i cambiamenti climatici e promette di proteggere le auto inquinanti, promette di abolire l’obbligo di ammodernare le case per renderle più efficienti e così via. Il non detto di molti elettori che scelgono quella che è a tutti gli effetti una destra estrema è che in fondo i disastri causati dagli eventi climatici estremi riguardano altri: chi vive in altre zone del Pianeta e chi, anche a casa loro, dovrà affrontarli quando loro saranno passati a miglior vita.

Quello che però sfugge a questi elettori, ed è normale che sia così perché in molti casi parliamo di persone poco scolarizzate e intellettualmente arretrate, è che la vittoria della destra estrema a conti fatti li rende sempre più poveri e disagiati. Tra i più accaniti sostenitori di Trump, nell’America profonda, c’è chi ha già sperimentato sulla sua pelle gli effetti devastanti della sua prima presidenza, senza neanche rendersene conto. È quello che accade anche in Italia, dove chi vota Giorgia Meloni e Matteo Salvini continua a non avere contezza del fatto che se un treno non passa, costringendo chi deve prenderlo a spendere dei soldi per raggiungere il posto di lavoro, o se per ottenere una visita specialistica in un ospedale pubblico ci vogliono due anni, votare chi non investe moneta per potenziare quei servizi per favorire quelle strutture private che possono permettersi pochi ricchi è semplicemente un suicidio.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Donald Trump

E arriviamo dunque in Italia. Chi più festeggia per la vittoria di Donald Trump, come prevedibile, è il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini. Il girasagre, da sempre cheerleader di pericolosi personaggi come lo stesso Trump, Putin, Bolsonaro, Milei, Orban e tutto il peggio dell’offerta politica mondiale, ha subito rivendicato il “primato” di supporter del Tycoon. Chi ha mostrato assai meno entusiasmo è stata invece Giorgia Meloni, che nella sua veste di presidente del Consiglio di uno dei più importanti Paesi dell’Unione Europea, sa bene che se Trump dovesse mettere in pratica le politiche economiche annunciate nel corso della sua campagna elettorale, a cominciare dai dazi sui prodotti europei, che lui considera al pari della Cina, per il nostro Made in Italy saranno dolori.

Cosa rischiano le aziende italiane

In sostanza, quelle piccole e medie imprese (e i loro operai) che in zone come il nord est assicurano alle destre un fortissimo consenso, potrebbero subire un colpo pesantissimo a causa delle scelte della nuova amministrazione americana: e quindi aumento delle spese, penalizzazioni e conseguenti licenziamenti. Per non parlare di quello che potrebbe accadere al settore dell’automotive, già in fortissima crisi, che subirebbe il colpo di grazia.

Le spese per la Difesa

E poi c’è il tema delle spese per la Difesa, che il nuovo presidente Usa ha già detto che punta ad aumentarle di un punto per tutti i Paesi Nato, un ulteriore salasso per Paesi come l’Italia che già hanno le casse vuote. E sugli stessi impegni presi dall’amministrazione precedente su questioni dirimenti come la guerra in Ucraina, Trump ha già annunciato di voler cambiare tutto; probabilmente in queste ore a Mosca si sorseggia vodka e si mangia del buon caviale per festeggiare. In sostanza, anche in questo caso a subire i danni collaterali delle prossime scelte della nuova amministrazione Usa sarà proprio quel popolino che anche in Italia oggi festeggia. Quel popolino che non si rende conto di essere la vera vittima di tutto questo.

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Articolo di Fabio Salamida da