Netanyahu in beffa Usa licenzia il ministro della Difesa

DA REDAZIONE

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Netanyahu silura Gallant: in Israele falchi senza più freni. Via Yoav Gallant, dentro l’iracondo e aggressivo Israel Katz: Benjamin Netanyahu cambia il ministro della Difesa e manda un messaggio chiaro soprattutto all’elettorato americano. In Israele comandano i falchi politici e lo spazio d’azione per limitare le escalation belliche mediorientali si va restringendo sempre più. Centinaia di persone iniziano a radunarsi a Tel Aviv e Gerusalemme per protestare contro l’ennesimo colpo di mano della destra più estrema.

Nella “vacatio” del potere morbidissimo di Biden

Il titolare della Difesa aveva già subito un primo provvedimento di licenziamento nel 2023, dopo aver criticato la riforma della giustizia dell’ultradestra di governo, e a inizio 2024 si è scontrato con Netanyahu sulla volontà del primo ministro di portare fino al genocidio la guerra a Gaza. Gallant impegnato nelle ultime settimane con l’apertura del fronte libanese, l’aumento delle perdite a Gaza e lo scambio di colpi tra Israele e Iran, è stato colpito alle spalle.

Il generale pragmatico

Il generale che guidava la Difesa israeliana ha sempre mantenuto un atteggiamento pragmatico. Da qui la sua avversione a coloro che, come gli esponenti messianici e ultranazionalisti del governo quali Itamar Ben-Gvir, proponevano di annettere allo Stato Ebraico la Striscia di Gaza nel dopoguerra. Ma per vincere una guerra, la strategia richiede obiettivi chiari che tengano conto dei mezzi disponibili e dei risultati attesi. Ragionaqvolezza mal sopportata da un Natanyaho ormai ostaggio della destra sovranista e messianica che tiene in piedi un governo moralmente delegittimato.

Post democrazia autoritaria

Dall’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, Gallant ha cercato di mediare tra la necessità di azioni militari realistiche e le forti pressioni per una risposta di ritorsione. Con soventi critiche alla tendenza di Netanyahu a favorire divisioni interne tra i vertici della sicurezza, limitando il contatto diretto tra Gallant e figure chiave come il capo del Mossad, David Barnea, e il capo dello Shin Bet, Ronen Bar. Insomma, con la sua uscita dal governo Israele perde una voce fuori dal coro, come rileva Andrea Muratore su InsideOver.

La provocazione di Netanyahu

La nomina di Katz è al suo posto è la provocazione ultima. L’ex ministro degli Esteri è l’artefice della campagna politica di distacco tra Tel Aviv e la comunità internazionale. Deputato del Likud dal 1998, già ministro delle Finanze e coordinatore dell’intelligence nei precedenti governi di Netanyahu, fautore in passato degli insediamenti di coloni nel Golan occupato alla Siria, dell’annessione della Cisgiordania e della deportazione delle famiglie dei sospetti terroristi, di recente ha dichiarato il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres persona non grata in Israele.

Il peggior Israele al potere

La sua nomina alla Difesa testimonia la presa totale di potere dei falchi nazionalisti sui militari pragmatici. Perpetrando, con la cacciata di Gallant, un trend che dagli Usa all’Ucraina vede in molti Paesi i soldati essere cauti e misurati, rispetto ai politici, sugli scenari bellici. Inviando lezioni di pragmatismo che spesso costano loro il posto solo per il fatto di conoscere, davvero, cosa siano la guerra e le morti.

Imbarazzo internazionale

“La sicurezza dello Stato di Israele è stata e rimarrà sempre la missione della mia vita”, ha scritto Yoav Gallant su X dopo essere stato licenziato. Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano di estrema destra Itamar Ben Gvir applaude la decisione del primo ministro affermando che “non è possibile ottenere una vittoria assoluta con lui in carica”. Mentre l’opposizione denuncia “la politica a spese della sicurezza nazionale”. Benny Gantz: “Non c’è nulla di più basso in cui questo governo possa sprofondare. Per le famiglie degli ostaggi rappresenta un altro passo “per affossare l’accordo sui rapiti”. La polizia ha fatto irruzione nell’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, con una operazione senza precedenti. Lo riferisce Channel 12 affermando che non è ancora chiaro se l’azione, avvenuta sabato sera, sia collegata all’indagine sulla fuga di notizie di intelligence o all’inchiesta di cui si è appreso oggi sui presunti tentativi di falsificare i verbali delle riunioni di gabinetto di guerra.

La protesta popolare che monta

“Centinaia di persone iniziano a radunarsi a Tel Aviv e Gerusalemme per protesta. Secondo i media israeliani, la polizia ha eretto barricate vicino alla residenza del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme e fuori dal quartier generale dell’Idf a Tel Aviv. Un tentativo di Netanyahu di licenziare Gallant l’anno scorso per la sua opposizione alla riforma giudiziaria aveva portato decine di migliaia di persone in piazza, costringendo infine Netanyahu a fare marcia indietro.”

.

Articolo della Redazione di
5 Novembre 2024