DI ORSO GRIGIO
Ho stima di Alessandro Di Battista.
Gli voglio bene. Non ci siamo mai incontrati, solo qualche messaggio in chat, ma gli voglio bene lo stesso.
In passato non ho condiviso alcune sue scelte, ma è un piccolo dettaglio, differenze di vedute che ci stanno fra esseri pensanti. Gli ho comunque sempre riconosciuto la coerenza e la dignità che merita e che in troppi dentro il Movimento hanno invece barattato nel tempo per un soldo di potere.
Oggi ci è del tutto chiaro quanto l’anima vera del Movimento 5S fosse lui e non quell’altro.
E quanto lo sia ancora.
Bene. Era una premessa doverosa perché mi piace dire sempre quello che penso, da che parte sto e con chi mi schiero.
E’ una questione di rispetto nei vostri confronti.
E poi quelli che vi garantiscono di essere obiettivi, di non essere schierati, magari perfino né destra né sinistra, mentono. Come mentono certi aspiranti presidenti quando promettono che saranno il presidente di tutti. Certo, come no.
Non si può essere, né pienamente obiettivi né ipocritamente di tutti: quello è paraculismo.
Il nostro pensiero sarà comunque condizionato da chi e cosa siamo, dalla nostra natura, e chi gestisce il potere dovrà poi scegliere da quale parte stare, se con i poveri e i sottopagati, o con quelli che sui poveri e sui sottopagati si sono arricchiti sempre di più, se proteggere chi rispetta le regole o spalleggiare gli impuniti. Non ci sono vie di mezzo.
Però si può essere onesti, anche se l’onestà pare ormai un sentimento da nascondere, come fosse una pericolosa perversione.
E Alessandro è anche profondamente onesto.
Non c’è dubbio.
In realtà scrivo questo post per condividere con voi una mia opinione sul suo pubblicare continuamente le foto più esplicite del genocidio a Gaza (sapete quanto dia importanza alle parole e ‘genocidio’ è quella giusta, anche se Mentana e tutto il Pensiero Unico in armi non gradiscono che quella strage venga definita così).
Guardandole e provando ogni volta un groppo in gola che ormai si è piantato fisso lì, fra il dolore e la rabbia, mi sono chiesto se sia giusto sbatterci in faccia quelle immagini di morte o se invece non fosse anche quello voyeurismo macabro, magari per raccattare qualche like.
L’ho pensato, lo confesso, ma è stato solo per un nanosecondo netto, il tempo di capire che è giusto farlo e che quelle foto, quei video, quelle facce martoriate, quei corpi che non sembrano nemmeno più tali, quegli occhi ancora sbarrati dallo stupore di scoprire che la loro vita non avrà nemmeno inizio e che li abbiamo presi per il culo ci devono stropicciare bene le coscienze e poi strizzarle per vedere se versano qualche goccia di buono.
Se c’è.
Andrebbero trasmesse in tutti i notiziari, quelle immagini, descritte in tutti i quotidiani, raccontate in tutti i ca*zo di talk che si occupano di caz*ate, le uniche cose in cui sono tutti esperti.
Noi parliamo, piangiamo, accusiamo, condanniamo, ma è un bluff, è tutta una finta. Nascosti dietro l’alibi che tanto non abbiamo potere su quello che succede, ce ne stiamo rintanati al calduccio delle nostre belle cucce di egoismo e indifferenza.
Ogni tanto rivendichiamo un dolore, proclamiamo un lutto, una buona intenzione, esibiamo perfino una lacrima, ma poi niente.
A forza di avere i politici servi e pavidi che abbiamo, maggioranza e opposizione è uguale tanto è tutto un teatrino, ci siamo arresi, siamo diventati come loro.
In fondo è normale, ce li abbiamo messi noi e un motivo ci sarà.
Peccato, perché potremmo essere migliori.
P.S. Se qualcuno dell’opposizione, o presunta tale, non è d’accordo sul teatrino, mi dimostri il contrario.
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Orso Grigio