Il giorno dopo negli States

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Ha vinto la brace, per la felicità degli amanti del barbecue nostrano, da sempre in rotta di collisione col buonsenso e, nello stesso tempo, si lamentano i “sinistri” incapaci, anche loro come sempre, di trovare un briciolo d’unità sulle ragioni del trionfo repubblicano negli States.
Chiedersi perché ha vinto Trump equivale a domandarsi perché Harris ha perso.
Ma é un esercizio di critica troppo difficile da parte di persone che mettono in discussione tutto fuorché loro stessi.
Trump ha parlato alla pancia della gente, quella gente che chiede sicurezza e pane in tavola.
Harris; al cuore infartato dai soprusi delle “minoranze” avvalendosi del fascino delle multimiliardarie star di Hollywood.
Ma l’uomo della classe media americano, se ne sbatte i coglioni degli endorsement dei ricconi quando lui non riesce a tirare fine mese e le guerre sante sui diritti civili, sono sacre solo con la pancia piena.
Parliamoci chiaro, quanto gliene frega all’operaio della Ford (in cassa integrazione) dei diritti Lgbt+ ?
Poco meno di zero.
Soprattutto se sponsorizzati da chi, questi diritti in Los Angeles, se li é presi in virtù della fama.
In America si é capovolta la politica.
Trump ha parlato da “uomo di sinistra” mettendo nel mirino occupazione, carovita, sicurezza, temi da sempre cari al Popolo.
La Harris ha filosofato sulla maternità surrogata, sui transgender e sui diritti delle minoranze.
Ed infatti é andata in minoranza.
Spiace dirlo, ma alla gente comune, la salvaguardia delle “libertà personali” sta al quinto posto.
Prima viene il lavoro (l’occupazione) poi la sanità, poi la sicurezza, poi il carovita ed infine tutto il resto.
Ergo, le battaglie civili si fanno solo a pancia piena.
A stomaco vuoto si rischia la sconfitta.
L’analisi del voto, compiuta dal NYT rivela che la Harris ha vinto nei “quartieri ricchi” e perso clamorosamente in quelli medio-poveri.
Si é giocata persino la carta della “donna nera” che qualche vantaggio poteva darle, soprattutto in quegli Stati dove l’integrazione é ancora da realizzare.
Non é ridendo a bocca larga che si rassicurano gli operai.
E’ una lezione che la frantumata sinistra italiana dovrebbe imparare, magari ascoltando l’invito di Landini a mobilitarsi, a scendere in piazza con rabbia per difendere quei quattro temi prioritari che vengono prima di altri.
Altrimenti si farà la fine della Harris.
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Claudio Khaled Ser