DI MARIO IMBIMBO
“È arrivato il momento di una vera rivolta sociale. Le condizioni di vita e di lavoro delle persone devono tornare ad essere al centro della politica”.
Ed era ora se ne accorgesse e pronunciasse queste parole il leader del più antico sindacato italiano, la Cgil, e proclamasse uno sciopero generale per il 29 novembre.
E come poteva reagire questa destra? Accettando la dialettica sociale come motore della democrazia? Ovvio che no. Con le minacce. Secondo il capogruppo della Meloni alla Camera, Foti, infatti ci sarebbero persino “gli estremi di un reato” e poi chiude con un sibillino “Stia molto attento”.
Stia attento? Ma Stia attento a cosa? Ma Stia attento chi ha a cuore la nostra democrazia. Perché quando per 30 anni massacri i lavoratori inchiodando le retribuzioni, con l’inflazione alle stelle, se il conflitto sociale non è incanalato nel binario delle manifestazioni sindacali riconosciute e regolamentate la “rivolta” la rischi davvero.
Ma sanno, lor signori che ci governano, che un tempo anche solo scioperare era illegale?
Che poco più di un secolo fa si lavorava fino a 14 ore al giorno? E che solo attraverso il conflitto sociale, strappando ai padroni ed al governo al costo di centinaia di morti il diritto di sciopero, oggi nel nostro Paese e in Europa i lavoratori tutti vivono una vita più dignitosa?
Avete non poche difficoltà a definirvi antifascisti. E forse vi manca il coraggio di dire fino in fondo cosa siete. Ma certo che quando minacciate così il mondo del lavoro e la sua legittima rappresentanza democratica ricordate molto da vicino quel che i fascisti hanno fatto in questo paese per prendere il potere.
Difendere gli interessi dei più forti e manganellare i lavoratori!!!
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Mario Imbimbo