Concordato AKA: un fallimento certificato

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Gentile Presidente, oggi è certificato: il concordato (aka condono) è stato un fallimento, tant’è che lo state continuamente prorogando sperando che altri vi aderiscano.
Io spero che questo insegni a lei e a quanti nella sua maggioranza (oggi mi sento in buonafede) credevano davvero di poter frenare l’evasione fiscale con misure dal suono soave come questa che gli evasori fiscali, in Italia, sono tendenzialmente dei briganti incalliti.
Non vogliono “concordare”, “riappacificarsi”: vogliono rubare e fino a quando non li beccheranno facendogli ridare tutto con gli interessi continueranno a farlo.
Se lei vivesse la quotidianità come noi tutti si renderebbe conto è purtroppo è così. Io stesso pochi giorni fa ho dovuto litigare, ferocemente, con il proprietario di una ditta idraulica che pretendeva di non farmi fattura e voleva che bonificassi il conto della moglie, con la scusa surreale e grottesca di non “sapere come si fanno le fatture” (non scherzo: ero allibito).
Un pezzo d’Italia è questa: se ne frega, non vuole pagare e vuole continuare (scusate ma va detto) parassitariamente a vivere sulle spalle di chi paga le tasse e quindi la scuola dei figli, le strade, la sicurezza e quel poco di sanità che ci rimane. E sono tanti. Tanti che poi ti vengono a dire che evadono perché le tasse sono alte, come se per i lavoratori dipendenti fosse invece latte e miele.
C’è un solo modo per cancellare questa piaga: controlli a tappeto su larga scala e stop alle trattative (rubi 100 mi ridai 30). Perché più “concordi” più questa gente continua ad evadere. Più parli di “fisco amico” più questi pensano di poter fregare in nome dell’amicizia.
La ricetta è banale.
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Leonardo Cecchi